(Rinnovabili.it) – Basta all’utilizzo di energia sporca per produrre apparecchi elettronici: la rimozione delle sostanze chimiche tossiche non basta, occorre che l’industria del settore si sappia orientare bene. Con questo ultimatum ai Big dell’elettronica Greenpeace presenta la “Ecoguida ai prodotti elettronici”, lanciata nel 2006 e giunta oggi alla sua diciottesima edizione. Per l’associazione ambientalista, nonostante i progressi fatti dall’industria globale, quello dell’elettronica è un comparto che deve fare i conti con un tasso di consumo al quale non corrispondono adeguati programmi di ritiro e smaltimento. Tre i criteri con cui Greenpeace ha classificato 16 aziende di elettronica di consumo: consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e delle politiche aziendali.
Nella classifica che ne è scaturita, il primo posto se l’è aggiudicato la Wipro, per gli sforzi fatti per abbracciare le rinnovabili e la promozione delle politiche verdi, seguita da HP, Nokia, Acer e Dell; all’ultimo posto, invece, è rimasta, così come stabilito dalla classifica precedente, la Blackberry RIM. Con l’obiettivo di scattare un’istantanea sulla sostenibilità dei grandi nomi del settore, le valutazioni effettuate dall’associazione attraverso l’Ecoguida hanno tenuto conto delle politiche e delle pratiche generali dell’azienda e non di prodotti specifici. «La prossima grande sfida ambientale per le aziende di elettronica di consumo è quella di ridurre la produzione di gas serra – ha detto l’analista IT di Greenpeace International, Casey Harrell – i consumatori hanno dichiarato che vogliono un’elettronica più verde, il che significa prodotti che sono costruiti e alimentati con energia rinnovabile».