Rinnovabili • Elettronica biodegradabile

Elettronica transiente, da consumare preferibilmente entro…

Dall’Università dell’llinois, la nuova era dell’elettronica “usa e getta”: sistemi microscopici e biocompatibili, capaci di dissolversi una volta finito il lavoro senza danni per uomo e ambiente

Elettronica transiente e elettronica biodegradabile, qual è la differenza?(Rinnovabili.it) – Nasce l’elettronica transiente, processori e circuiti biocompatibili dalle dimensioni sempre più ridotte, in grado di alimentarsi con il calore del corpo, lo zucchero del sangue o semplicemente con il respiro e destinati a dissolversi una volta assolto lo scopo.

La nuova era dell’elettronica biodegradabile è in rapida e continua evoluzione verso impianti che permettano di migliorare la qualità della vita del paziente senza andare ad aggiungere nuovo peso allo smaltimento dei RAEE. Di questo nuovo trend della bioingegneria si è discusso a New Orleans durante il 245esimo National Meeting & Exposition of the American Chemical Society (ACS), la più grande società scientifica al mondo. L’incontro è servito per descrivere i progressi ottenuti nel campo della transient electronics“, letteralmente elettronica transiente, vale a dire composta da elementi capaci di dissolversi senza lasciare traccia un volta completate le proprie funzioni, oppure a comando. Basti pensare all’utilità di un impianto sottocutaneo che rilasci antibiotici direttamente in prossimità dell’infezione e senza impegnare il paziente nell’assunzione regolare di pillole. E finito il periodo di somministrazione semplicemente si biodegraderebbe  senza effetti collaterali.

 

L’elettronica transiente secondo John Rogers

La squadra di John Rogers, ricercatore dell’Università dell’Illinois e tra i pionieri del settore, è in assoluto la prima ad aver prodotto tale tecnologia applicata in larga scala. I componenti elettronici sono racchiusi in un materiale che si biodegrada completamente dopo un certo periodo di tempo se esposto ai fluidi corporei, allo stesso modo delle suture riassorbibili. Modificando il numero di strati di avvolgimento, gli scienziati possono definire il tempo necessario all’impianto per dissolversi completamente.  Una volta che lo strato esterno scompare ci vogliono circa 30 minuti perché le connessioni elettriche si sciolgano e il dispositivo smetta di funzionare.

 

“L’obiettivo del settore dell’elettronica è sempre stato quello di costruire dispositivi resistenti con una vita infinita e prestazioni stabili”, ha spiegato Rogers durante il meeting. “Ma molte nuove opportunità si aprono ora che si comincia a pensare a dispositivi in grado di scomparire in modo controllato e programmabile“. E le opportunità in questione non si riferiscono al campo medico ma includerebbero secondo lo scienziato anche i telefoni cellulari e altri dispositivi mobili il cui continuo avanzamento tecnologico li rende inevitabilmente beni “usa e getta”.