(Rinnovabili.it) – Di recente, il Ministero delle politiche agricole ha incassato il via libera di Senato e Camera per un decreto che prevede di finanziare al CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura) un programma di ricerca da 21 milioni di euro nel campo delle New Breeding Techniques (NBTs). Eppure, non è ancora chiaro se i prodotti di biotecnologie inventate negli ultimi 10-15 anni verranno considerati nuovi OGM dall’Unione Europea, in forte ritardo (e sotto pressione delle lobby) nella revisione della direttiva 18/2001 che disciplina gli organismi geneticamente modificati. Ne abbiamo parlato con la Senatrice Elena Fattori, del Movimento 5 Stelle, tra i pochi ad esprimere un parere contrario nei confronti del provvedimento.
Qual è la novità delle New Breeding Techiniques?
Queste tecnologie permettono modifiche del DNA molto accurate e puntuali. I prodotti che si possono ottenere sono i più diversi, ma si tratta a tutti gli effetti di organismi geneticamente modificati. Che tra l’altro possono avere le stesse caratteristiche degli OGM di prima generazione, ad esempio la resistenza al glifosato.
Dunque lei è contraria al loro utilizzo?
Voglio precisare che il Movimento 5 Stelle, e io in primis, non siamo contrari alle biotecnologie, soprattutto in campo medico. Diagnostica, vaccini ricombinanti e anticorpi ricombinanti usufruiranno di queste nuove tecniche in maniera spettacolare. Dal punto di vista agrario, invece, abbiamo dei dubbi.
Tuttavia, in Commissione Agricoltura al Senato lei ha espresso parere contrario, mentre alla Camera i suoi colleghi del M5S hanno dato un parere favorevole al piano straordinario del CREA. Come si spiega?
La materia era molto complessa, e non riguardava solo questo argomento. Siccome al Senato abbiamo lavorato molto sugli OGM con un’indagine conoscitiva di due anni, abbiamo ritenuto prioritario quell’aspetto. Può succedere che, su provvedimenti complessi, tra Camera e Senato ci possa essere un giudizio diverso.
Quali sono le controindicazioni delle NBTs?
Si tratta di tecniche molto raffinate, al punto che alcune modificazioni genetiche possono passare inosservate, difficili da riscontrare per valutarne la sicurezza e gli impatti sulla biodiversità. Il legislatore, dunque si trova di fronte ad un problema nuovo: è necessaria una regolamentazione dei prodotti biotech, soprattutto agrari, creati con questi metodi.
Ma questa regolamentazione è ancora in itinere a livello europeo, mentre l’Italia ha appena dato il via libera a un piano di ricerca e sviluppo da 21 milioni basato su queste nuove biotecnologie.
Infatti sono stati stanziati dei soldi pubblici senza avere la certezza che gli oggetti creati con le NBT saranno trattati diversamente dagli altri OGM. E anche se così fosse, rischiamo di non poterli utilizzare, perché già brevettati dalle grandi multinazionali del settore. Deve passare un certo lasso di tempo, infatti, prima che i prodotti o i processi brevettati siano resi noti al pubblico. Qualunque progetto di ricerca pubblico venga avviato oggi, non è dato sapere se potrà conservare la proprietà intellettuale pubblica. Potrebbe accadere che per adoperare gli organismi prodotti con fondi statali sia necessario chiedere la licenza d’uso alle imprese private.
Lei si aspetta che la Commissione Europea ricomprenderà i prodotti derivati da queste tecniche nella direttiva sugli OGM?
Sarebbe veramente scandaloso se così non fosse, perché potremmo avere un mais identico al MON810 [l’unico coltivato in UE e realizzato dalla Monsanto ndr] prodotto con le nuove tecnologie. In pratica è cambiato lo strumento per ottenere gli OGM, non il prodotto finale. Quindi è necessario un aggiornamento della direttiva che non si concentri tanto sul processo, quanto sul prodotto.
Perché allora il CREA ha assimilato queste NBT agli incroci naturali, sostenendo che i loro prodotti non si possono considerare OGM?
Capisco che il CREA sia entusiasta del finanziamento e quindi esalti queste nuove biotecnologie, ma ripeto: io con un bisturi posso fare un’operazione perfetta o un’operazione che finisce male, con la scissione dell’atomo posso ottenere i raggi X o realizzare la bomba atomica. Ad oggi, gli oggetti creati sono OGM, tanto è vero che il vice ministro ci ha assicurato in Commissione Agricoltura che le manipolazioni verranno realizzate in ambiente chiuso e controllato, non in campo aperto, proprio per rispettare la direttiva europea.