(Rinnovabili.it) – Entro la fine del 2017 potremmo dover fare i conti con il ritorno di El Niño, il fenomeno climatico che ha fatto schizzare i termometri verso l’alto un anno fa ed è considerato uno dei principali fattori che incidono sulla recente striscia record di riscaldamento globale. Ma, soprattutto, si tratta di un evento che non ha cadenza annuale, ma si verifica – con diverse intensità – soltanto ogni 5 anni in media. È sulla base di questa tempistica che i climatologi, finora, hanno giudicato quasi impossibile che anche il 2017 faccia segnare un nuovo record. Ma i dati raccolti di recente dalla World Meteorological Organization (WMO) fanno pensare diversamente.
El Niño è una teleconnessione atmosferica, cioè una contemporanea variazione di pressione e temperatura nell’atmosfera e nell’oceano tale da presentare una correlazione statistica. Al riscaldamento delle correnti del Pacifico centro-orientale, sale la pressione atmosferica in quello centro-occidentale. A seguito delle sue manifestazioni, in alcune regioni del mondo si intensificano inondazioni, siccità e altre perturbazioni. Se la sua nascita dipende da fattori locali, i suoi effetti sono sentiti in tutto il globo.
Fenomeno parallelo e contrario è La Niña, che provoca un raffreddamento della fascia centro-orientale del Pacifico, con un calo delle temperature di 3-5 °C rispetto alla media. I climatologi del WMO, dati alla mano, stanno osservando che La Niña quest’anno è stata praticamente inesistente (tanto da ribattezzarla “La Nada”, il nulla). Le rilevazioni lungo le coste occidentali del continente americano mostrano che le temperature superficiali degli oceani non si sono affatto raffreddate, anzi.
Al largo del Perù sono saldamente 1,5°C sopra la media: si tratta di una sorta di El Niño locale, spiegano dal WMO. Che potrebbe allargarsi e ottenere una portata globale. Secondo i modelli statistici impiegati per questo tipo di previsioni, la probabilità che entro il 2017 si verifichi di nuovo El Niño è salita già al 40%. Percentuale ancora bassa, ma da non sottovalutare visto che solo pochi mesi fa gli scienziati del clima la consideravano prossima allo zero. Per avere indicazioni più chiare, comunque, bisognerà attendere fino al mese di maggio: allora sarà possibile affermare con certezza se ci dovremo preparare ad un nuovo anno di caldo record.