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Finalmente l’Efsa pubblicherà i suoi dati sul glifosato

Finalmente l’Efsa pubblicherà i suoi dati sul glifosato

 

(Rinnovabili.it) – Dopo mesi di pressioni e richieste incalzanti, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) rivelerà infine i dati grezzi alla base degli studi sul glifosato. Da un comunicato apparso sul sito web dell’Agenzia, si apprende che la maggior parte del materiale (non tutto) sarà visionabile da parte dei deputati dei Verdi europei e dell’organizzazione no profit Corporate Europe Observatory, che avevano inoltrato una richiesta di accesso ai documenti già a fine 2015.

È proprio sulla base di questi dati finora segreti che l’Efsa aveva condotto la sua valutazione sulla tossicità e gli effetti per la salute umana del glifosato, pubblicata nel novembre del 2015. Una valutazione controversa, perché aveva dichiarato che il glifosato non è cancerogeno, ribaltando completamente il parere della IARC, l’Agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità che studia il cancro. E sul parere dell’Efsa si è poi basata tutta la discussione a Bruxelles sul rinnovo della licenza alla molecola del pesticida della Monsanto, oggi contenuta nella maggior parte dei prodotti fitosanitari.

 

Finalmente l’Efsa pubblicherà i suoi dati sul glifosatoAttorno all’Efsa si erano addensati i sospetti di pesanti conflitti di interesse. Gli studi usati, infatti, sono stati forniti dalla stessa Monsanto e da un consorzio di aziende chimiche, che fanno affidamento su studi di settore non pubblicati. Impossibile verificare la scientificità delle conclusioni. Oggi l’Efsa sembra cambiare atteggiamento, ma non fornirà comunque tutti i dati: mancheranno ad esempio le conclusioni originali degli studi, così come altri elementi considerati “sensibili dal punto di vista commerciale”. È quindi probabile che il materiale rilasciato non sarà soddisfacente per capire se il giudizio dell’Efsa rispetta criteri minimi di scientificità.

Nel frattempo, dalla pubblicazione della valutazione dell’Efsa a oggi sono passati ben 10 mesi e l’Ue ha esteso l’autorizzazione di altri 18 mesi. Una decisione di compromesso, lontana dalla proposta originaria della Commissione che si era detta favorevole ad un rinnovo di ben 15 anni. Ma pur sempre una decisione, quella di Bruxelles, basata in parte su dati non verificabili.

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