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Efficienza energetica, per ottenerla la Cina ha inquinato troppo

Per ottenere impianti ad alta efficienza energetica la Cina ha prodotto elevati inquinanti che hanno azzerato i vantaggi

efficienza energetica(Rinnovabili.it) – Mentre l’industria avanza, con target di efficienza energetica sempre più elevati, i benefici ambientali correlati vengono praticamente annientati. E’ un boom industriale green solo in parte quello che caratterizza la Cina, avvertono gli esperti che redigendo un nuovo studio hanno parlato addirittura di annullamento dei vantaggi ambientali correlati all’adozione di sistemi per la riduzione dei consumi e delle emissioni.

Il più grande emettitore al mondo ha  visto crescere del 3% tra il 2002 e il 2009, la propria intensità di carbonio misurata per unità di PIL nonostante i numerosi investimenti in tecnologie per migliorare l’efficienza energetica del comparto industriale. A rivelarlo è il nuovo rapporto redatto e pubblicato dall’Università dell’East Anglia pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.

 

Lo studio ha messo in evidenza un aumento delle attività ad alta intensità di carbonio tra cui le estrazioni minerarie, la fusione dei metalli e la produzione di energia elettrica ottenuta dalla combustione del carbone, che ha annullato i benefici dell’adozione di green technology del comparto industriale.

I risultati più sconvolgenti sono stati riscontrati nell’interno della Mongolia dove le fabbriche ad alta intensità di carbonio sono state sostituite da numerose e moderne fabbriche che hanno richiesto la fusione di ingenti quantitativi di metalli e produzione di cemento. L’aumento del tasso di efficienza del comparto è stato però negativamente compensato dalle emissioni prodotte per la costruzione delle nuove fabbriche.

Il risultato è però in contrasto con le cifre ufficiali, che ha registrato un calo del cinque per cento dell’intensità di carbonio per il primo semestre del 2012 e un impegno a livello nazionale per ridurre l’intensità di carbonio fino al 45 per cento nel corso di questo decennio.

Il Professor Dabo Guan della Scuola per lo Sviluppo Internazionale dell’UEA ha detto che i miglioramenti di efficienza della Cina potrebbero rappresentare “una tregua temporanea” nel caso in cui non si riesca a dissociare la crescita economica dagli investimenti di capitale nell’alta intensità di emissioni.

“Il governo nazionale cinese fissa obiettivi sia climatici che economici e utilizza questi criteri per la valutazione delle prestazioni e la promozione di capi di governo locali. Tra i due obiettivi, il PIL è sempre una priorità”, ha aggiunto. “La Cina ha bisogno di guardare al suo recente passato e apprezzare il fatto che i progetti di capitale sostanziali – anche quelle più efficienti – non la aiuteranno a raggiungere il suo impegno di riduzione delle emissioni”.