Soddisfare le richieste europee di cibo, acqua, energia e alloggiamento danneggia l'ambiente e arreca danno alla salute umana, lo ha rivelato l'EEA pubblicando l'Environmental indicator report 2013
(Rinnovabili.it) – Soddisfare le richieste europee di cibo, acqua, energia e alloggiamento esercita una delle maggiori pressioni sull’ambiente e, indirettamente, arreca danno alla salute umana e al benessere. Per provare a ridurre l’impatto dell’utilizzo indiscriminato delle risorse in Europa l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA – European Environment Agency) ha riflettuto sui settori di intervento proponendo, per iniziare, una migliore pianificazione territoriale.
Per questo il rapporto EEA Environmental indicator report 2013 ha indagato le implicazioni di una eventuale transizione verso un’economia verde, intesa come sistema economico che utilizza le risorse in modo più efficiente, cercando di migliorare il benessere della popolazione e mantenendo intatti i sistemi naturali.
Nonostante gli europei stiano progressivamente abbattendo il proprio impatto sull’ambiente lo stile di vita quotidiano risulta ancora insostenibile. Per questo le politiche dovrebbero conciliare le esigenze contrastanti nel rispetto della natura e per massimizzare i benefici per la società.
“Per mantenere un alto standard di vita in Europa, avremmo bisogno di effettuare una transizione verso un modello economico che soddisfi le nostre esigenze a costi ambientali molto inferiori,” ha dichiarato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA, ha detto. “Possiamo vedere che l’ambiente europeo è attualmente sotto pressione in molti settori, e miglioramenti incrementali non saranno sufficienti a mettere l’Europa sulla strada verso un’economia verde”.
Nonostante in Europa la pressione ambientale derivante dall’utilizzo di risorse sia in discesa, rimane ancora negativo l’impatto derivante dai settori acqua ed energia anche se i danni causati non sono dappertutto uguali, così come risulta disomogenea anche il prelievo di risorse.
Per quanto riguarda il cibo dal 1961 al 2011 la superficie dei terreni agricoli è diminuita del 13% e al contempo è aumentata del 259% la produttività ottenuta grazie a metodi di produzione più razionali e all’aumento di fertilizzanti e pesticidi. La conseguenza è stata da una parte l’autosufficienza produttiva, dall’altra l’inasprimento di una serie di problemi ambientali tra cui l’eutrofizzzaione e l’aumento delle emissioni di gas ad effetto serra.
Anche lo spreco di acqua è diminuito dal 1990 grazie soprattutto ad una maggiore efficienza idrica. Nonostante questo continua ad essere elevato il tasso di inquinamento della risorsa che va ulteriormente protetta.