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ECOTPU, quando le scarpe sono realizzate in bioplastica

progetto ecoTPU(Rinnovabili.it) – Produrre la plastica è sinonimo di consumo di petrolio e quindi di inquinamento. Ridurne la produzione, e quindi il consumo, potrebbe essere una interessante strategia di riduzione dell’impronta di CO2, fondamentale per minimizzare l’impatto ambientale della catena di produzione e sul cambiamento climatico. Per questo i ricercatori stanno cercando delle alternative concentrandosi sul progetto ECOTPU (Plastics from renewable sources applied in footwear”), finanziato dall’UE con 450mila euro, con lo scopo di produrre una nuova classe di poliuretani a basso impatto ambientale da testare in ambito calzaturiero.

 

“Il riscaldamento globale è un grande problema, è quindi necessario migliorare i processi attuali, con lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra”, ha dichiarato il coordinatore del progetto, Joaquin Ferrer Palacios dell’Istituto tecnologico spagnolo del calzaturiero (INESCOP). “I poliuretani termoplastici (TPU) sono un esempio di una famiglia di plastiche prodotte usando risorse fossili. Queste plastiche si usano in un’ampia gamma di prodotti. Nel settore calzaturiero, per esempio, i poliuretani termoplastici si usano come elemento di rinforzo nei cappellotti, nei talloni e nelle suole”.

 

Cercando tra le materie prime quella più adatta a trasformarsi in bioplastica, i ricercatori hanno tentato utilizzando gli oli vegetali, che per proprietà si sono dimostrati i più adatti a sostituire il petrolio soprattutto se derivanti da coltivazioni responsabili. In questo modo, hanno rivelato i ricercatori, si è riusciti ad ottenere un materiale con un contenuto a base biologica (ecoTPU) compreso tra il 48 e il 75 per cento evitando il consumo di materiali non rinnovabili e al contempo riducendo l’impatto sull’ambiente.

Al momento la catena di produzione sarebbe in grado di produrre circa 5000 tonnellate l’anno di TPU, impiegato in fase di test per la realizzazione di cappellotti e suole fatte di ecoTPU. Il vantaggio del progetto oltre alla produzione di materiale a basso impatto ambientale e nella riduzione dell’utilizzo di energia non rinnovabile di circa 480 tonnellate l’anno e a far scendere le emissioni di CO2 di circa 1 000 tonnellate l’anno.

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