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Ecosistema Urbano, nei comuni italiani tira ancora una brutta aria

Ecosistema Urbano, nei comuni italiani tira ancora una brutta aria

 

(Rinnovabili.it) – Cosa stanno facendo i comuni italiani per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti e delle acque e – in generale – la qualità del proprio territorio? E come vanno considerati questi sforzi in relazione all’impegno delle altre città europee? A queste ed altre domande risponde Ecosistema Urbano, il rapporto realizzato da Legambiente in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il report valuta annualmente i progressi (o regressi) compiuti dai capoluoghi di provincia italiani in tema di vivibilità ambientale. E il quadro che ci restituisce la 21esima edizione dello studio dice, ancora una volta, che le città italiane vanno a tre velocità quando si tratta di politiche ambientali: sono lente, lentissime e statiche. Nonostante non manchino segnali positivi, a livello generale i dati non sono affatto rassicuranti; l’inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli d’emergenza, il tasso di motorizzazione è in continua crescita, la gestione dei rifiuti continua ad essere altalenante mentre il trasporto pubblico è in vera propria crisi. Anche il dato sulla dispersione dell’acqua conferma un panorama molto variegato: si passa dall’8% di Foggia al 77% di Cosenza.

 

Sul fronte smog le situazioni critiche si ritrovano nei comuni più grandi. Per il biossido di azoto (NO2), Trieste, Milano, Torino e Roma fanno registrare valori oltre i 50 μg/mc. Sul dato incide in buona parte un tasso di motorizzazione in leggero aumento e un dato sul trasporto pubblico poco rassicurante: non raggiungono la soglia dei 100 passeggeri per abitanti Bari (57 pass./ab), Napoli (56 pass/ab), Catania (47 pass/ab), Palermo (37 pass/ab).

 

Le prime cinque città in classifica di questa edizione 2014 di Ecosistema Urbano sono Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone ma nonostante i primi posti, anche questi comuni non sono privi di pecche. Trento ha valori eccessivi di biossido di azoto, Verbania e Belluno perdono un terzo dell’acqua immessa in rete, Pordenone depura poco più della metà dei suoi scarichi fognari. Non è difficile, allora, immaginare qual è la situazione in fondo alla classifica, dove si collocano Agrigento e Isernia, Crotone e Messina, Catanzaro e Reggio Calabria. “Non mancano i segnali di cambiamento: il successo della raccolta differenziata a Milano e Andria, il car-sharing a Roma e Milano, le pedonalizzazioni a Bologna, la mobilità a Bolzano – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – pochi segnali positivi in una situazione bloccata. Eppure la discussione nel paese sta ripartendo, complice il dibattito sui fondi strutturali e le questioni aperte dall’istituzione delle città metropolitane. Al suo ventunesimo anno, Ecosistema Urbano ripete con evidenza che c’è bisogno di una strategia positiva di trasformazione delle città. Quello che davvero manca è la capacità di immaginare il traguardo, il punto d’arrivo verso cui tendere, sia nel breve che nel lungo o lunghissimo periodo”.

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