(Rinnovabili.it) – I progressi ci sono ma sono troppo piccoli per potere affermare di aver ingrato la quarta verso un trasformazione sostenibile: se si sparla di qualità urbana, le città italiane mostrano sempre una certa pigrizia nei confronti del miglioramento. Alcune eccezioni a parte, le aree cittadine arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile come ci ricorda oggi il report Ecosistema Urbano. Giunta alla ventiduesima edizione, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, analizza in base a 18 indicatori la vivibilità ambientale dei 104 capoluoghi di provincia italiani. Il risultato? Verbania, Trento, Belluno svettano sulla classifica, saldi su un podio che premia le loro eco performance in termini di differenziata, rinnovabili, trasporti e inquinamento. Purtroppo dal dossier emerge un Paese fermo, dove è marcato il divario tra Nord e Sud; nel complesso migliora lievemente il settore dei rifiuti e lo smog (complici in quest’ultimo caso le condizioni meteo) mentre arretra quello dei trasporti.
“Per sperare che le nostre città migliorino – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – c’è una sola strada. Fare la scelta strategica, con i ministeri interessati coordinati da una vera cabina di regia, di fare dell’innovazione urbana e del miglioramento della vita in città la vera grande opera pubblica.
La produzione pro capite di rifiuti urbani nel 2014 interrompe la progressiva diminuzione registrata negli ultimi anni di crisi economica e si attesta sui valori del 2013, con una media di 540 kg pro capite a fronte dei 561 kg/ab del 2012. La percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti registra inoltre un valore medio di 43,90%
Il migliore: Pordenone che supera l’80% di rifiuti raccolti e differenziati
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, nel 2014, grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti, scendono a 27 (6 in meno rispetto all’anno precedente) le città in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue di biossido di azoto (NO2) superiori al limite di legge, mentre sono 4 i comuni che non rispettano il limite della concentrazione media annua di PM10. Il miglioramento più evidente è quello dell’ozono (O3) dove sono 28 i capoluoghi che superano i limiti consentiti (contro i 51 della passata edizione).
Il peggiore: Frosinone con oltre 100 superamenti
Si registra una sostanziale stabilità del parco auto e moto circolante che interessa quasi l’80% dei comuni capoluogo, mentre le politiche di mobilità mostrano invece un trasporto pubblico in grande affanno, con il 68% dei comuni che vede diminuire il numero di passeggeri, e una sostanziale stabilità della rete di piste ciclabili e isole pedonali.
Il migliore: Bolzano che limitato gli spostamenti motorizzati privati al di sotto di un terzo di quelli complessivi
Migliorano i dati su solare termico e fotovoltaico: salgono a diciassette (erano sedici lo scorso anno) i capoluoghi che possono contare su dieci o più kW provenienti da impianti installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti.
Il migliore: Salerno con 181 kW installati ogni 1.000 abitanti