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Ecopneus: il mercato dei PFU per un Protocollo sulla legalità

(Rinnovabili.it) – Quando la lotta all’illegalità fa rima con la tutela dell’ambiente nascono progetti di sviluppo che, oltre a dare concretezza alla filiera del riciclo, ne rafforzano il mercato.

E’ il caso di Ecopneus che attraverso la firma di un protocollo d’intesa con l’Agenzia delle Dogane punta a rafforzare la lotta al traffico illecito di Pneumatici Fuori Uso (PFU). Ecopneus, società senza scopo di lucro, si occupa della gestione dei PFU e grazie alla collaborazione del Ministero dell’Ambiente, e alla presenza del Ministro Clini, presenterà mercoledì 6 giugno a Roma un primo bilancio delle attività e il contributo futuro, decisivo nei prossimi anni, per favorire la crescita del mercato del riciclo nel nostro Paese.

L’attenzione per le risorse, la tutela ambientale e la crisi economica stanno portando progressivamente verso una vera e propria “recycling society” in grado di dare maggiore valore ai prodotti giunti ormai a fine vita. E in questo contesto si inserisce l’importanza del recupero e della corretta gestione dei Pneumatici Fuori Uso (D.M 11 aprile 2011 N. 82) attraverso il quale si contribuisce a dare un contributo per ottenere una filiera del riciclo qualificata.

I pneumatici giunti a fine vita sono protagonisti da oltre dieci anni di un mercato illegale che, oltre a causare problemi ambientali, causa danni economici sia allo Stato sia alle aziende che operando nella legalità affrontano i costi dello smaltimento dei PFU. E sono i numeri a rafforzare l’impatto negativo del mercato nero: nel solo 2011 sono state individuate 286 discariche abusive di PFU per un’estensione complessiva di oltre 882.000 metri quadrati. Un traffico illecito che dal 2005 ha coinvolto ben 16 regioni italiane e alcuni stati esteri, solitamente meta finale del traffico, tra cui Cina, Hong Kong, Malesia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. Nel corso dell’evento verranno quindi presentate le mappe che evidenziano le aree principali caratterizzate dall’illecito a livello mondiale, dando la possibilità a comuni regioni e province di firmare il Protocollo ed entrare a far parte di un meccanismo di raccolta e riciclo virtuosi sia per l’ambiente che per l’economia nazionale.

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