(Rinnovabili.it) – Il prezzo del cambiamento climatico per gli investitori sarà molto caro. Lo stima l’Economist, con un report della sua Intelligence Unit (EIU), il quale mette in guardia da potenziali perdite miliardarie legate al riscaldamento globale. Anche in uno scenario compatibile con il mantenimento della crescita delle temperature medie sotto i 2 °C, gli investitori privati rischiano di veder svanire 4.200 miliardi di dollari entro il 2100. C’è di più: nel caso, nemmeno tanto remoto, in cui la COP 21 dovesse rivelarsi un fiasco e non fosse raggiunto un accordo globale sul taglio delle emissioni, lo scotto per i capitali privati sarebbe di 7 mila miliardi. Nello scenario più grave, che ipotizza un aumento di 6 °C di temperatura, la batosta sarebbe dell’ordine dei 13.800 miliardi.
L’origine delle perdite sarà da ricercare, da una parte, negli impatti fisici del climate change, dall’altra in una crescita economica minore. Il rapporto sostiene che i regolatori in ambito finanziario dovrebbero valutare correttamente il «rischio ambientale sistematico».
«Gli investitori attualmente si trovano di fronte a una scelta difficile – ha detto Brian Gardner, che ha diretto la ricerca – Se verranno impostate normative solide sul cambiamento climatico, subiranno perdite per quanto riguarda le partecipazioni in società impegnate nello sfruttamento dei combustibili fossili. Ma dovranno affrontare notevoli perdite su tutto il loro portafoglio se queste misure stringenti non verranno adottate» .
I 4.200 miliardi di buco che rischia di crearsi con uno scenario sotto i 2 °C equivale al valore di tutte le compagnie petrolifere e del gas del mondo quotate in borsa o, se si vuole un altro paragone ad effetto, al prodotto interno lordo annuo del Giappone, la terza economia del mondo.
Nick Robins, co-direttore dell’indagine sulla progettazione di un sistema finanziario sostenibile nell’ambito del Programma ambientale delle Nazioni Unite ha detto che i mercati finanziari non stanno prendendo abbastanza sul serio la minaccia dei cambiamenti climatici: «Noi non saliremmo su un aereo se ci fosse una probabilità di incidente del 5% – ha detto – Ma stiamo trattando il lo stesso livello di rischio climatico in modo molto superficiale».
Se i privati se la passeranno male, tempi anche più grami sono in arrivo anche per il settore pubblico. Per gli asset pubblici il rapporto stima perdite che vanno 13.900 miliardi nello scenario più ottimistico, fino a 43.000 miliardi in quello più estremo.
Come uscirne? Secondo l’EIU vi sono diffuse opportunità per gli investitori che vogliono ridurre la loro esposizione al rischio ambientale: un modo è quello di investire in progetti che finanziano la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.