L’Istat diffonde per la prima volta le stime preliminari del conto dei beni e servizi ambientali. Energie rinnovabili e gestione dei rifiuti i due settori con il più alto valore aggiunto
Nel 2017 il settore delle ecoindustrie ha impiegato 386 mila unità di lavoro a tempo pieno
(Rinnovabili.it) – Quanto vale “la tutela dell’ambiente” nell’economia italiana? Non così poco come si possa pensare, stando agli ultimi dati ISTAT. L’istituto ha pubblicato in questi giorni il Conto dei beni e dei servizi ambientali (pdf), una stima del valore di tutte quelle attività riconducibili alle cosiddette “ecoindustrie”. Il termine è stato coniato per identificare quella parte dell’economia il cui core business è la protezione dell’ambiente o la gestione delle risorse naturali: si va da imprese piccole ed innovative che operano in settori quali rinnovabili, riciclo, audit e consulenze ambientali a realtà con maggior intensità di capitale che forniscono beni e servizi in aree come i rifiuti o i trasporti.
In Italia il valore della produzione di beni e servizi verdi sta crescendo, seppur lentamente. L’ISTAT stima per il 2017 circa 77 miliardi di euro con un incremento dell’1,9 per cento rispetto all’anno precedente. Di pari passo cresce anche il valore aggiunto, ossia la differenza tra il valore della produzione (output) e il costo delle risorse o servizi acquistati all’esterno (input) e impiegati per realizzare quella stessa produzione. In questo caso il rapporto parla di 36 miliardi di euro correnti, in crescita dello 0,9% rispetto al 2016; una buona cifra che pesa per il 2,3% sul valore aggiunto complessivo dell’economia del Paese. Altro dato in aumento, quello occupazionale: le ecoindustrie hanno impiegato, nel 2017, ben 386 mila unità di lavoro a tempo pieno (più 0,5% rispetto al 2016).
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Ovviamente non tutti i settori contribuiscono allo stesso modo. La gestione delle risorse energetiche, rinnovabili in primis, e quella dei rifiuti coprono circa l’80% del valore aggiunto delle ecoindustrie, rispettivamente con una quota del 60% e del 19,7%.
A livello produttivo, l’analisi amplia lo sguardo al periodo 2014-2017. In questo intervallo i beni e i servizi che hanno registrato la maggiore espansione sono quelli provenienti da agricoltura biologica e dal recupero dei materiali per il riciclaggio e di risanamento dell’ambiente. Una dinamica molto positiva si è registrata anche per i prodotti destinati alla protezione dell’aria e del clima (es. strumenti, macchinari e apparati per il filtraggio e la depurazione di gas). In forte espansione sono anche le attività di consulenza e di manutenzione che hanno segnato un incremento in termini nominali del 26,3%.