(Rinnovabili.it) – Garantire che l’elettronica domestica sia progettata in modo più sostenibile per combattere il cambiamento climatico e aiutare le imprese e i consumatori a risparmiare miliardi di euro. Questa la richiesta che Philips, Electrolux, Bosch e Siemens Home Appliances Group hanno deciso di rivolgere in questi giorni alla Commissione Europea. In una dichiarazione congiunta diffusa in una conferenza a Bruxelles assieme alla coalizione Coolproducts, le società hanno invitato l’esecutivo ad accelerare il lavoro sulle norme di progettazione ecocompatibile e a renderle più efficaci.
La direttiva UE sull’ecodesign stabilisce i requisiti energetici minimi per i prodotti che consumano energia sul territorio comunitario, coprendo oltre 40 gruppi di prodotti tra cui televisori, caldaie e frigoriferi. Una recente analisi di Ecofys – commissionata dal gruppo ambientalista olandese Natuur & Milieu – sostiene però che nella sua forma il provvedimento non riuscirà a raggiungere il suo vero potenziale, a causa dei ritardi all’introduzione di nuovi standard e mancanza di ambizione di fondo. Secondo gli autori dello studio, infatti, una direttiva più stringente potrebbe creare 90 miliardi di euro di risparmio l’anno per imprese e consumatori, ridurre le emissioni di CO2 di 400 milioni di tonnellate l’anno e risparmiare quasi il 20% del consumo energetico dell’intero dell’UE entro il 2020.
Contestualmente le aziende di elettronica chiedono alla Commissione europea di impostare priorità chiare e scadenze precise per i prodotti assicurandosi di inserire anche i dati riguardati la buona qualità, migliorando le misure di sorveglianza del mercato e del rispetto delle norme. “Le ONG hanno mostrato l’incredibile potenziale e il valore della direttiva sulla progettazione ecocompatibile per anni, e siamo lieti che le aziende stiano seguendo l’esempio nel chiedere una maggiore”, ha commentato Ron Wit di Natuur & Milieu, un membro della coalizione. “In questo periodo di austerità economica, questo è uno dei pochi strumenti che porta sia agevolazioni finanziarie per le economie europee che grandi risparmi energetici. Le aziende e la società civile vedono il potenziale e ora spetta alla Commissione europea sbloccarlo”.