(Rinnovabili.it) – Mondo della finanza e crescita verde si incontrano nuovamente e trovano una corsia preferenziale dove creare una strategia d’azione congiunta. Dopo eco innovazione, riciclo, efficienza energetica, rinnovabili, servizi ambientali, mobilità ed agricoltura, è la volta del Credito Sostenibile essere al centro dell’Assemblea Programmatica degli Stati Generali della Green Economy. Per arrivare ad Ecomondo con tutti gli ingredienti giusti per la ricetta di un’economia verde, l’ottavo e ultimo incontro ha chiuso il cerchio portando sotto i riflettori la questione economica-finanziaria. E anche oggi l’Assemblea è servita per stilare le misure chiave per sostenere la green economy rivolgendosi, in questo caso, ai temi del credito sostenibile e della fiscalità ecologica.
“In questa fase dell’economia – ha detto Marco Frey, coordinatore del gruppo di lavoro sul credito sostenibile e Direttore dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nonché Direttore di Ricerca dello IEFE/Bocconi – il contributo delle banche e delle istituzioni finanziarie può essere fondamentale incentivando, attraverso una gestione oculata del credito le attività, le soluzioni e le tecnologie più efficienti e rinnovabili e disincentivando quelle più inquinanti”. L’Italia ha ancora una lunga strada da percorrere essendo ancora poche le banche e le istituzioni finanziarie a porre un’attenzione privilegiata sugli investimenti sostenibili. Stando alle stime dell’Osservatorio Rinnovabili dell’Abi, nel periodo 2007-2011 le banche hanno assunto impegni di finanziamento nel comparto delle rinnovabili per circa 20 miliardi di euro.
Tra le 18 misure prioritarie evidenziate oggi, il rafforzamento di strumenti economici che applichino un’incentivazione/disincentivazione fondata sul principio chi inquina paga e sulla promozione delle iniziative e delle filiere industriali che utilizzano e distribuiscono prodotti a minor impatto ambientale e l’adozione di misure di fiscalità ecologica. Per leggere tutte e 18 le misure consultare www.statigenerali.org.