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Ecco chi rischia la vita per i disastri naturali

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(Rinnovabili.it) – Il continente con il maggior numero di persone a rischio disastri naturali è l’Asia, ma l’Africa è quello che potrebbe soffrire maggiormente, a causa di instabilità politica, corruzione, povertà e diseguaglianza.

Lo rivela un nuovo rapporto della società britannica Verisk Maplecroft, specializzata in gestione del rischio. Secondo gli analisti, in India circa un miliardo di persone potrebbero essere colpite da disastri naturali, mentre Cina, Bangladesh, Indonesia, Filippine, Giappone e Pakistan si collocano tra i primi 10 Paesi per numero di persone esposte.

In tutto, 1,4 miliardi di individui nell’Asia meridionale potrebbero subire l’impatto di almeno un evento tra tempeste, terremoti e inondazioni. Ma l’elenco dei Paesi più vulnerabili ai disastri, se consideriamo la loro capacità di prevenzione, reazione e ripresa, è dominato dalle nazioni africane. In particolare, gli Stati in conflitto sono praticamente inermi di fronte ai disastri naturali. Sud Sudan, Burundi ed Eritrea non hanno le risorse né spendono energia politica per mettere il tema all’ordine del giorno. Così, i conflitti possono annientare la capacità di resilienza di una intera società.

L’assenza di pianificazione urbanistica, la corruzione, le tensioni sociali e le diseguaglianze trasformano questi Paesi in potenziali luoghi di strage in caso di disastri naturali.

 

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Nei Paesi in cui si pianifica (come Giappone, Taiwan e Hong Kong), invece, anche se più dell’85% delle persone è esposto ad almeno un tipo di rischi naturali, le persone sono scarsamente vulnerabili. A causa di questi fenomeni, “solo” 32 mila persone hanno perso la vita dal 1990.

Al contrario, Haiti non è così esposta a potenziali disastri, ma viene considerata altamente vulnerabile. Qui sono morte 230 mila persone dal 1990, molte a causa del terremoto del 2010.

L’analisi di Verisk Maplecroft ha prodotto anche una lista delle città più esposte: al primo posto c’è Manila, capitale delle Filippine. Tutte le 23 milioni di persone che vi abitano, tra centro urbano e dintorni, sono a rischio catastrofe. Seguono altre sette maggiori città di Giappone, Indonesia, Cina, Bangladesh e India (in particolare Tokyo, Jakarta e Dongguan).

Alcuni dei Paesi più vulnerabili sono in forte crescita economica, ma i sistemi di infrastrutture e welfare che potrebbero proteggere le persone restano deboli, così come la governance. Un mix esplosivo e mortale per le persone, ma anche per le aziende stesse.

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