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East Island, l’isola “cancellata” dal clima impazzito

L’uragano Walaka, l’intensa tempesta che ha colpito le Hawaii all’inizio di questo mese, ha letteralmente cancellato dalle mappe la seconda più grande isola del French Frigate Shoals

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Addio East Island, il pianeta perde un tesoro di biodiversità

 

(Rinnovabili.it) – Che l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi avesse effetti devastanti si sapeva, ma che fosse addirittura in grado di far scomparire dalla faccia della terra un’isola intera viene difficile da credere. Eppure è successo. L’uragano Walaka, l’intensa tempesta che ha colpito le Hawaii all’inizio di questo mese, ha letteralmente cancellato dalle mappe East Island, una piccola isoletta di ghiaia e sabbia di 11 acri, che si trovava nel Pacifico sulla sommità di una barriera corallina e che oggi è completamente sommersa dall’acqua. Stentano a crederci i ricercatori dell’Università della Hawaii che la stavano studiando, analizzando campioni di sabbia e coralli, per accertarne l’età effettiva, e monitorando attraverso droni per valutarne la sua resistenza agli effetti dei cambiamenti climatici. Troppo tardi. “L’isola probabilmente era lì da mille o duemila anni – ha detto Chip Fletcher, professore di scienze della terra all’Università delle Hawaiied eravamo convinti che avrebbe resistito ancora per un decennio o due. Non pensavamo che potesse scomparire così improvvisamente e invece abbiamo capito che queste isole sono molto più a rischio di quanto pensiamo”.

 

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East Island era la seconda isola più grande del French Frigate Shoals, il più grande atollo delle Isole Hawaii nord-occidentali; fino al 1952 ospitava una stazione radar della Guardia costiera americana. Nonostante le sue dimensioni, l’isola ha svolto un ruolo importante per la fauna selvatica, tra cui la foca monaca hawaiana in pericolo di estinzione (una specie che conta solo 1.400 esemplari), le tartarughe marine e gli uccelli marini, come gli albatros. Il French Frigate Shoals si trova a sua volta all’interno del Monumento nazionale marino di Papahānaumokuākea, che comprende dieci isole e atolli del nord-ovest delle Hawaii (il nome deriva dalla mitologia Hawaiana e può essere tradotto letteralmente come “luogo dove nascono le isole”) e che nel 2010 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Questa delicata area del mondo ha dovuto però fare i conti con i cambiamenti climatici che oltre a provocare l’innalzamento del livello del mare, rendono le tempeste sempre più feroci.

 

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Che la perdita sia un duro colpo, e non solo per la fauna selvatica, è fuori discussione. “Il messaggio da portare a casa – ha detto Randy Kosaki del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)è che il cambiamento climatico è reale e sta accadendo ora”. Adesso si sta lavorando per capire meglio le implicazioni di un simile evento sulla flora e la fauna selvatica, le specie protette e il loro habitat.