(Rinnovabili.it) – Quanto è pulita la tua nuvola? Questo l’interrogativo alla base dell’indagine svolta da Greenpeace, per analizzare l’impatto ambientale di 14 diverse aziende IT. Stiamo vivendo un momento di passaggio, l’arrivo di un’era tecnologica nella quale il maggior numero delle informazioni e dei contatti si affidano alla rete web e quindi al cloud compunting, che si appoggia a scelte energetiche spesso sconosciute ai consumatori. Di conseguenza, non si conosce esattamente l’impatto ambientale delle attività quotidiane svolte dalle maggiori aziende IT, impatto che spesso aggrava la già delicata condizione del Pianeta.
Alimentata dal data center, che può arrivare a consumare quanto 250mila abitazioni europee, la nuvola digitale contiene tutte le nostre informazioni, i dati, le fotografie in un insieme virtuale che, pur consumando energia come i data center, non si vede e non si tocca, ma inquina.
Visti gli elevati consumi le scelte energetiche delle aziende possono fare la differenza a livello planetario. Per questo, oltre al risparmio energetico e all’efficienza, è molto importante che le società capiscano e sappiano da dove viene l’energia che consumano. Speso infatti la necessità di più energia ha fatto crescere il consumo di elettricità classificata “sporca”, ovvero ottenuta da fonti fossili. Dall’indagine dell’Associazione ambientalista per consumo di energia inquinante spiccano Apple, Amazon e Microsoft che utilizzano elettricità prodotta con il carbone ed energia nucleare mentre grandi nomi come Google, Yahoo! e Facebook sono da tempo impegnati in programmi di riduzione dell’inquinamento.