I cittadini manifestano affinchè si raggiunga un accordo vincolante che protegga il pianeta dai cambiamenti climatici. Il WWF si unisce alla protesta e invita a redigere un Kyoto bis
(Rinnovabili.it) – Negoziati in stallo a Durban e le associazioni cominciano a fare la voce grossa esigendo maggiore collaborazione da parte dei governi partecipanti.
“La prossima settimana la musica deve cambiare: la Cina riapre i giochi, ora la palla passa agli altri, Unione europea innanzi tutto” questo l’appello che ha lanciato il WWF unendosi ai cittadini che sabato hanno sfilato nella città del COP17 per manifestare contro lo stallo dei negoziati sul clima.
“I negoziatori che hanno condotto le trattative la prima settimana erano tecnici, spesso persi nei dettagli. Da domani cominceranno ad arrivare i ministri, la musica deve cambiare, e va della credibilità di ministri e negoziatori stessi. Il messaggio e i risultati di Durban devono rispondere alle attese dei popoli del mondo, preoccupati per il cambiamento climatico, e ancor più a quelli della comunità scientifica, da cui giungono allarmi sempre più pressanti” ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia.
Nella giornata di apertura della seconda settimana degli incontri per decidere le future politiche climatiche del pianeta la Cina, rappresentata dal vice ministro dello sviluppo economico cinese Xie Zhenhua, capo della delegazione cinese alla COP17, ha dichiarato il proprio impegno a considerare un impegno vincolante a patto che ci siano determinate condizioni tra cui la promessa europea e di altre economie di un impegno concreto a ratificare il Kyoto bis oltre ad un finanziamento a breve termine del valore di 30 milioni di dollari a favore dei paesi in via di sviluppo, per poi passare ad un fondo da 100 milioni al 2020.
“Ora la palla passa prima di tutto all’Unione Europea, che deve far corrispondere a questi segnali atti positivi e concreti: la volontà reale di confermare un secondo periodo di impegni di Kyoto, seguita da un adeguamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, oggi troppo deboli. Ovviamente la posizione cinese rende ancor meno giustificabile –ma già non lo era- quella di Russia, Giappone e Canada, contrari a un secondo periodo di impegni di Kyoto; e isola anche gli Stati Uniti”, ha sottolineato Midulla aggiungendo che i negoziatori devono impegnarsi e portare a compimento la redazione di un testo vincolante che tenga conto dei problemi chiave.