(Rinnovabili.it) – “Se vogliamo un Paese sicuro, dinamico, moderno, le opere da sbloccare devono essere coerenti con questa idea di Paese”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente presenta il dossier #sbloccafuturo, risposta virtuale, ma al tempo stesso molto concreta alla sfida lanciata dal premier Renzi ai sindaci d’Italia: individuare procedimenti fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica Amministrazione in vista del Decreto Sblocca Italia.
Il documento costituisce un vero e proprio viaggio nell’Italia bloccata, attraverso 101 cantieri oggi tristemente catalogati sotto la voce “inadempienze” della PA, in quanto ancora lontani, per un motivo o per l’altro, dal vedere la luce. Le 101 opere individuate da Legambiente spaziano dalla messa in sicurezza del territorio alle bonifiche, passando per i depuratori e gli impianti per la gestione dei rifiuti, anche se la voce più consistente riguarda in assoluto il sistema dei trasporti (ferrovie, trasporti urbani, mobilità dolce).
“Da questo racconto dell’Italia contemporanea, ma non moderna, emerge una vera e propria giungla di veti incrociati, di inadempienze, rimpalli e contenziosi, di pessima progettazione, che davvero mette la questione delle risorse all’ultimo posto della graduatoria degli impedimenti”, sottolinea il presidente Cogliati Dezza. Il caso più drammatico? Quello di L’Aquila e degli altri 56 Comuni colpiti dal terremoto 2009, dove il finanziamento di centinaia di progetti, già approvati e pari circa ad un miliardo di euro, sono bloccati dal patto di stabilità europeo. Quello più paradossale? Difficile scegliere tra il progetto dell’idrovia Padova-Venezia, avviato nel lontano 1963, o l’infinita procedura diabbattimento dell’albergo sulla scogliera di Alimuri, a Vico Equense, partita anch’essa nel 1963. E il più contraddittorio? Sicuramente, scrive l’associazione, i due impianti di compostaggio a Ragusa e Vittoria bloccati l’uno dalla mancanza di personale per farlo funzione e l’altro dalla mancanza della cabina elettrica.
Situazione estreme a parte, quello che il dossier #sbloccafuturo mette in evidenza è la natura degli ostacoli che hanno bloccato fino ad oggi queste 101 opere e che possono, per grandi linee, essere riassunti in alcuni punti:
– il Patto di stabilità interno che blocca opere di ogni tipo e di differenti livelli di impegno tecnico e finanziario.
– le risorse finanziarie, che mancano o che vengono spostate da un progetto all’altro o sono a rischio
– l’incapacità progettuale degli enti locali che possono non accordarsi su come impegnare i fondi o possono essere senza le autorizzazioni ministeriali
– confusione istituzionale: le competenze che si sovrappongono, non si coordinano, entrano in conflitto tra un livello e l’altro possono generare una vera e propria guerra
– l’intervento della magistratura o dalle Soprintendenze.
Con la presentazione delle prime 101 opere #sbloccafuturo Legambiente propone una riflessione ed apre un tavolo di lavoro: “Chiediamo ai sindaci di aiutarci ad individuare tutti gli ostacoli che in Italia bloccano le opere utili per i cittadini ed il territorio, per proseguire insieme nella segnalazione al Governo Renzi di cosa davvero serve al Paese e apre nuove e significative prospettive di sviluppo”.
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