Rinnovabili •

In un secolo abbiamo distrutto il 64% delle zone umide

Espansione dei terreni agricoli e delle città, cambiamenti climatici, pesca e inquinamento hanno devastato le zone umide di tutto il mondo

In un secolo abbiamo distrutto il 64 delle zone umide

 

(Rinnovabili.it) – È iniziata ieri a Punta del Este (Uruguay) la riunione della Convenzione di Ramsar, in cui i 168 Paesi aderenti (insieme ad organizzazioni ambientaliste e osservatori provenienti da altri Stati) discuteranno fino al prossimo 9 giugno delle strategie di conservazione delle zone umide del mondo. La Convenzione riguarda proprio queste aree, tentando di promuoverne – attraverso un accordo intergovernativo – l’uso sostenibile e rispettoso.

Le zone umide sono una importante fonte di acqua potabile e per l’irrigazione delle colture, agiscono da riduttori dell’impatto di disastri naturali come gli tsunami e mitigano l’aumento del livello del mare. Svolgono dunque un ruolo fondamentale nella regolazione dell’ecosistema, anche se vengono sfruttate da circa 660 milioni di persone che vivono di pesca e acquacoltura. Lo slogan di questa XXII edizione del convegno è “Zone umide per il nostro futuro”, e coincide con la commemorazione della Giornata Mondiale dell’Ambiente di domani, 5 giugno.

 

In un secolo abbiamo distrutto il 64 delle zone umide-Secondo il segretario generale di questa Conferenza delle Parti aderenti alla Convenzione di Ramsar (COP 12), le zone umide «riducono l’impatto delle inondazioni, catturano 12 volte più CO2 delle foreste e sono i principali luoghi scelti dal genere umano per le vacanze». Uno dei punti centrali di questa COP12 è la redazione di un piano strategico per il periodo 2016-2021. Attualmente ci sono 2193 zone umide nel mondo, la cui superficie totale supera i 208 milioni di ettari.

«Negli ultimi 40 anni abbiamo perso il 40% delle zone umide, e nel corso degli ultimi 100 anni il 64%. Un altro problema è che la popolazione delle specie animali è stata ridotta del 66%», ha detto il segretario.

Ogni anno l’1,5% di questi siti scompare, e le cause sono diverse: l’espansione delle attività agricole, delle città, l’impatto dei cambiamenti climatici e l’inquinamento dell’acqua da sostanze chimiche.

Queste perdite ecologiche e ambientali hanno anche un peso economico, secondo la COP 12, stimato in circa 2.7 miliardi di dollari a partire dal 1997.

About Author / La Redazione