(Rinnovabili.it) – Via libera per 33 cantieri che dovrebbero tamponare il nostro povero Stivale straziato dal dissesto idrogeologico. Grazie al benestare della Corte dei Conti, uno stanziamento di 654 milioni andrà a finanziare le opere di messa in sicurezza del territorio nazionale. Il tesoretto è previsto dal piano città metropolitane per la riduzione dei rischi dovuti al dissesto e per la prevenzione delle alluvioni.
L’elenco delle opere è pubblicato sul sito di #italiasicura, la struttura di missione del governo: si va dai 260 milioni per l’adeguamento idrico-strutturale dell’ultimo tratto del torrente Bisagno, a Genova, ai 95 che serviranno a intervenire sul fiume Seveso, a Milano. Le 33 opere sono giunte alla fase definitiva o esecutiva del progetto e coprono 7 regioni (Veneto, Emilia Romagna, Sardegna, Liguria, Lombardia, Toscana e Abruzzo). Sono una prima fase del piano per le città metropolitane, che prevede complessivamente 132 interventi per la messa in sicurezza delle città.
Il denaro per gli interventi fluirà nelle casse dei Commissari di governo, in questo caso i presidenti di Regione, dopo la firma degli accordi di programma tra Stato e Regioni entro la fine del mese. Per completare il piano, dunque, mancano 99 interventi, sui quali al momento non si hanno altre certezze che non l’impegno del governo a reperire le risorse utili per finanziare i lavori.
Il nostro Paese ha ancora oggi 20 stati di emergenza aperti, quasi tutti nel Nord e Centro. Dal maggio 2013 ne sono stati dichiarati 44. I danni accertati superano i 4 miliardi di euro, secondo i commissari delegati, ma le Regioni ne chiedono 8,2. Ai commissari sono stati trasferiti fino ad oggi solo 359 milioni di euro. In tutto, 555 milioni sono stati stanziati tramite delibere del consiglio dei ministri.
Secondo il Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni, curato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) di Perugia, sono 10 mila gli italiani che hanno perso la casa nel 2014 a causa del dissesto idrogeologico.