(Rinnovabili.it) – Ogni anno, fino al 90 per cento dei 41 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici prodotti al mondo sono commerciati illegalmente o conferiti in discariche non a norma. E il problema è destinato a divenire ancor più consistente stando alle stime che proiettano l’e-waste a 50 milioni di tonnellate già entro il 2017. A ricordarci i rischi, anche dal punto di vista economico, di una gestione sbagliata dei RAEE, è il programma ambientale delle Nazioni Unite UNEP con il documento “Waste Crimes, Waste Risks: Gaps and Challenges In the Waste Sector“.
La relazione è stata presentata in anteprima a Ginevra in occasione della Conferenza della Parti delle tre principali Convenzioni mondiali stipulate sul fronte rifiuti: Basilea, Rotterdam e Stoccolma. Dalle pagine emergono dati sconcertanti: secondo le valutazione dell’Interpol, il prezzo di una tonnellata di rifiuti elettronici si aggira intorno ai 500 dollari, il che vuol dire che la quantità di RAEE gestito illegalmente possiede un valore tra i 12,5 e i 18,8 miliardi dollari l’anno. Il rapporto scava in quelli che oggi sono i traffici illegali di rifiuti, non solo elettronici, e sulle minacce per salute e ambiente che questo fronte di criminalità organizzata sta regalando al Pianeta.
Soluzioni innovative per combattere la gestione insostenibile dei Raee ma anche dei rifiuti urbani, alimentari, i prodotti chimici di scarto e dei pesticidi contraffatti, esistono già. “Attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale e la coerenza legislativa, normative nazionali più forti, nonché una maggiore consapevolezza e misure di prevenzione possiamo assicurare che questo commercio illegale finisca”, spiega il Sottosegretario Generale dell’ONU e Direttore esecutivo dell’UNEP, Achim Steiner. Ghana e Nigeria sono tra i maggiori destinatari del contrabbando di RAEE in Africa occidentale, anche se elevati volumi di rifiuti sono trasportati anche in Costa d’Avorio e nella Repubblica del Congo. In Asia, sono invece Cina, Hong Kong, Pakistan, India, Bangladesh e Vietnam le principali mete.
E l’UNEP ci tiene a ricordare che la questione avrà un prezzo alto non soltanto per i Paesi in via di sviluppo, trasformati in grandi e pericolose discariche abusive, ma anche per i Paesi esportatori. Il mercato globale dei rifiuti – dalla raccolta al riciclaggio – vale 410mila miliardi di dollari, crea posti di lavoro e reddito: il recupero metalli preziosi e delle altre risorse presenti nei prodotti elettronici, per esempio, può ridurre la quantità di rifiuti prodotti, diminuendo la pressione sull’ambiente e il costo delle importazioni di materie prime.