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Disastro ambientale, Los Angeles respira metano da due mesi

La colossale fuga di metano in California potrebbe trasformarsi in un disastro ambientale secondo solo alla marea nera provocata dalla BP nel 2010

Disastro ambientale, Los Angeles respira metano da 2 mesi

 

(Rinnovabili.it) – La più grande fuga di metano mai conosciuta potrebbe diventare il peggior disastro ambientale degli Stati Uniti dopo la marea nera causata dall’esplosione della piattaforma BP nel 2010. Da più di due mesi, il quartiere di Porter Ranch, 40 chilometri a nord del centro di Los Angeles, è investito da 30 mila chili di gas naturale che scaturisce dal terreno ogni ora. Colpa di una falla nell’impianto di stoccaggio del fornitore, la Southern California Gas Company (SoCalGas).

Ora la nube tossica mette a rischio la salute dei cittadini, le cui case più vicine alla fonte delle emissioni distano appena un chilometro e mezzo. Migliaia di residenti sono stati evacuati in questi mesi, ma ancora oggi scienziati e ingegneri non riescono a trovare il modo per contenere il gas che fuoriesce. A dire il vero, non sanno nemmeno il perché, né in quale punto preciso del sottosuolo abbia origine la fuga di metano. Le ipotesi parlano della rottura di una condotta di una ventina di centimetri di diametro ad una profondità di circa 150 metri.

Poche strutture artificiali potrebbero contenere tanto gas quanto questo deposito naturale nelle montagne di Santa Susana: è uno dei più grandi del Paese, utilizzato dal 1954, con un volume di circa 4 chilometri cubi a una profondità di 2,6 chilometri. Il metano, proveniente da altri Stati e dal Canada, viene stoccato nel serbatoio di Porter Ranch, per poi essere distribuito a 22 milioni di persone nel bacino di Los Angeles.

 

 

Serviranno mesi per trovare fermare l’emorragia dopo il fallimento dei primi 7 tentativi. L’idea, ora, suggerita dagli esperti (tra cui anche alcuni tecnici che hanno lavorato al disastro ambientale della BP) sarà necessario trivellare a 500 metri di distanza dallo stesso serbatoio del gas, per evitare che le operazioni inneschino un’esplosione. Dal nuovo foro verrà iniettato un cocktail fangoso a 2,6 km di profondità, sulla superficie del deposito cui attinge la condotta.

Intanto, chi vive nelle vicinanze soffre di mal di testa e problemi respiratori provocati dalle sostanze inquinanti nell’aria, come il pericoloso benzene. La fuga di gas è anche una bomba climatica, dal momento che il componente principale del gas naturale è il metano, fino a 86 volte più più efficace della CO2 nel trattenere il calore in atmosfera entro i primi 20 anni dal rilascio. Gli 1,7 milioni di metri cubi al giorno che la falla libera nell’aria, secondo l’Environmental Defense Fund valgono – nel breve termine – quanto le emissioni di 8 o 9 centrali a carbone. Incidenti come questi, secondo il gruppo, non potranno che ripetersi, dal momento che gran parte delle condutture in cui passa il metano sono vecchie di almeno mezzo secolo.