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Disastro ambientale in Canada: le fuoriuscite di petrolio sono 18mila

Disastro ambientale in Canada: le fuoriuscite di petrolio sono 18mila

 

(Rinnovabili.it) – I 1600 barili di petrolio sversati una settimana fa nel fiume Saskatchewan, nel Canada occidentale, sono soltanto la punta dell’iceberg. Una fuoriuscita di petrolio che sta ricevendo molta più attenzione delle altre perché ha inquinato l’unica fonte di acqua potabile per decine e decine di migliaia di canadesi. Ma quante sono le altre fuoriuscite? Ben 18mila, solo nel Saskatchewan, dal 1990 ad oggi. I numeri sono disponibili sul sito del ministero dell’Economia, in un report lungo la bellezza di 184 pagine. E se si guarda solo agli ultimi 10 anni, si vede che le perdite di idrocarburi sono più di 8mila, di cui ben 1.500 da pipeline della Husky, l’azienda responsabile anche di quella attuale. Un disastro ambientale di proporzioni enormi.

Messa in questa prospettiva, la fuoriuscita nel Saskatchewan che ha colpito le città di North Battleford, Maymont e Fort Albert è relativamente piccola e ha avuto origine da una linea minore dell’oleodotto che porta gli idrocarburi dal sito di estrazione della Husky all’impianto di Lloydminster, dove vengono immessi nella più capiente rete regionale e nazionale. Come quella dove ha avuto la falla, nella stessa regione ne esistono altre centinaia.

 

Disastro ambientale in Canada: le fuoriuscite di petrolio sono 18milaCentinaia di pipeline, decine di migliaia di fuoriuscite. A tenere il conto e fare un bilancio delle ricadute sull’ambiente e sulla popolazione da, fin dal 2011, Emily Eaton dell’Università di Regina, esperta dell’economia del petrolio del Saskatchewan. Il quadro che traccia è ben poco rassicurante: il disastro ambientale è enorme, anche se distillato lungo un arco di tempo molto lungo. “Ho parlato con agricoltori di tutta la provincia che, a decenni di distanza, stanno ancora lottando con le compagnie fossili per ottenere un piano di pulizia e tamponamento degli effetti delle fuoriuscite di petrolio sulle loro terre”, spiega Eaton.

Eaton denuncia senza mezzi termini le corresponsabilità del governo e dell’amministrazione locale. Le compagnie non sono di fatto soggette ad alcun controllo né monitoraggio periodico pubblico: “I controllori provinciali sono così sottodimensionati nel personale che non possono neppure far entrare in vigore i regolamenti già esistenti – spiega la docente – E non sono certo nella posizione di decidere se una compagnia è stata negligente, dal momento che si affidano soltanto a auto-certificazioni delle aziende per ogni aspetto delle loro attività”. Tutto con il pieno assenso del governo, che ha supportato il boom industriale della provincia nell’ultimo decennio, calpestando i diritti degli abitanti – mai coinvolti in queste scelte – e lasciando che gli ecosistemi locali vengano avvelenati.

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