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Disastro ambientale in Brasile, 5 miliardi di multa alle aziende

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(Rinnovabili.it) – Ammonterebbe a 5 miliardi di dollari in 15 anni il risarcimento che la compagnia mineraria Samarco dovrà pagare per il disastro ambientale causato dal crollo di due dighe sul Rio Doce, in Brasile, lo scorso novembre.

La notizia dell’accordo tra il governo brasiliano e l’azienda arriva da Reuters, e non è ancora stata resa pubblica dalle autorità. Samarco, una joint venture di due società – BHP Billiton e Vale – aveva scavato una miniera di ferro in prossimità delle dighe esplose lo scorso novembre. La potenza dell’acqua ha dilavato la miniera, trascinando tonnellate di fanghi tossici fino al mare e uccidendo nella furia della piena persone e animali.

Le immagini impressionanti dell’accaduto sembrano dare ragione all’esecutivo, che lo ha definito il peggio disastro ambientale nella storia del Brasile. Nella catastrofe, che ha preso il nome di Fukushima brasiliana sono morte 19 persone, mentre 250 mila sono rimaste senz’acqua per giorni. Centinaia di migliaia di pesci e animali del fiume sono stati sommersi e soffocati da 60 milioni di metri cubi di fanghi tossici carichi di arsenico, mercurio, nichel e cromo. Uno dei principali fiumi del Paese, che collega lo Stato ricco di minerali del Minas Gerais con l’Espirito Santo, sboccando sulla costa atlantica, è irrimediabilmente compromesso.

 

Disastro ambientale in Brasile, 5 miliardi di multa alle aziendeL’accordo con l’esecutivo arriva dopo che Vale ha annunciato una perdita netta nel quarto trimestre di 8.57 miliardi di dollari, la peggiore della sua storia, e BHP ha registrato la sua prima perdita in più di 16 anni per il semestre luglio-dicembre. La polizia dello stato di Minas Gerais, la scorsa settimana, ha accusato 6 dirigenti Samarco e un imprenditore di omicidio, in relazione alle morti causate dal disastro.

Lo scoppio delle dighe non è stato casuale: dietro questa storia ci sono negligenze, scarsi controlli, violazioni dei regolamenti in materia di ambiente. Il governo stesso non può dirsi esente da responsabilità: basti pensare che ha avanzato la causa legale nei confronti dei responsabili solo dopo le critiche delle Nazioni Unite. L’organizzazione ha definito la risposta dell’esecutivo «insufficiente» ed è toccato allo special rapporteur, John Knox, smentire e affermazioni delle aziende, secondo cui i fanghi nell’acqua non sarebbero pericolosi per la salute.

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