(Rinnovabili.it) – Rafforzare gli impegni di riduzione delle emissioni al 2030 al fine di raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino impatti negativi significativi e rischi per la salute umana e l’ambiente. Questa la richiesta avanzata oggi dalle principali associazioni ambientaliste europee all’indirizzo dei rispettivi ministri dell’Ambiente sul fronte della Direttiva emissioni. Il prossimo 15 giugno il Consiglio europeo dell’ambiente dovrà affrontare proprio questo tema, intervenendo sulla provvedimento che limita alle emissioni nazionali, famoso anche con il nome di Direttiva NEC. Questa regolamento mira a limitare le emissioni di quattro inquinanti che causano acidificazione e eutrofizzazione e dei precursori dell’ozono: biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (Nox), composti organici volatili (VOC) e ammoniaca (NH3); l’obiettivo è quello di migliorare la protezione dell’ambiente e della salute umana. la Direttiva è attualmente in corso di riesame nell’ambito del pacchetto di norme Clean Air .
La nuova proposta formulata da Bruxelles abroga e sostituisce l’attuale regime dell’Unione in materia di massimale annuo delle emissioni nazionali di inquinanti atmosferici stabilendo nuovi impegni di riduzione applicabili a partire dal 2020 e da 2030 e riguardanti anche le particelle sottili (PM2,5) e il metano (CH4). Ma per le associazioni che aderiscono allo European Environmental Bureau, gli impegni riportati per il futuro sono troppo deboli. All’azione di pressing hanno preso parte anche Legambiente e Cittadini per l’aria che, insieme ad altre 13 associazioni italiane, hanno scritto al ministro Gian Luca Galletti. La lettera inviata sottolinea che “la direttiva sui limiti alle emissioni nazionali è uno strumento unico e importante per ridurre le emissioni atmosferiche in tutto il continente europeo. Mancando questa, gli sforzi messi in campo dai singoli paesi per migliorare la qualità dell’aria rischiano di essere pregiudicati dalle emissioni che provengono altrove. Una direttiva ambiziosa invece consentirà di ottenere benefici socio-economici”.
Tra le richieste più pressanti delle associazioni ai ministri oltre all’inasprimento dei target 2030, vi è anche la domanda di ulteriori impegni di riduzione delle emissioni giuridicamente vincolanti per il 2025 e la garanzia di una maggiore coerenza tra gli obiettivi dei diversi atti legislativi dell’UE in materia di aria. Desta inoltre preoccupazione la possibilità che il Consiglio europeo elimini dall’ambito di applicazione della direttiva il metano, potente gas a effetto serra, che secondo le associazioni deve, invece, essere presente nel testo per ridurre la formazione dell’ozono, con impegni di riduzione del metano dovrebbero essere fissati anche per il 2020 e il 2025, non solo per il 2030 come nella proposta della Commissione. In ultimo, esse sottolineano la necessità di includere il mercurio nella direttiva NEC in quanto inquinante tossico e fortemente transfrontaliero, responsabile di danni alla salute e agli ecosistemi.