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Se a Napoli il compost si fa in carcere

In Commissione Ambiente il progetto di un impianto di compostaggio all’interno del Centro penitenziario di Secondigliano

Se a Napoli il compost si fa in carcere(Rinnovabili.it) – Potrebbe essere il carcere di Secondigliano a dare una mano al riciclo della differenziata organica di Napoli. Sul tavolo della Commissione ambiente del Comune  è arrivata la delibera di proposta al Consiglio sull’adesione alla realizzazione di un impianto di compostaggio all’interno del centro penitenziario.

Il progetto, come spiegato da Danilo Risi dell’assessorato all’Ambiente, prevedrebbe l’istallazione  di un impianto di trattamento aerobico che permetta di trasformare i rifiuti organici non pericolosi prodotti sia dagli stessi detenuti che provenienti dalla raccolta differenziata realizzata a Scampia.

 

“Il tutto, – si legge nella nota stampa del Comune di Napoli – abbattendo di almeno il 50% i costi di trattamento dell’umido, ai quali andrà aggiunto il risparmio, ancora da quantificare, sui costi di raccolta per l’ASIA”. Accanto alla valenza spiccatamente ambientale, l’iniziativa mira portare a casa anche un risultato sociale come sottolineato dal presidente della Commissione Marco Russo. A regime, infatti, l’impianto richiederebbe l’impiego di almeno dieci detenuti a cui verrebbe data l’opportunità di acquisire una competenza specializzata da utilizzare una volta terminato il periodo di detenzione. “Almeno altri trenta detenuti, – ha aggiunto il direttore del Centro penitenziario, Liberato Cimmino – potrebbero essere stabilmente impiegati se fosse utilizzato a pieno regime anche l’altro impianto realizzato all’interno dell’area del carcere dalla Secondigliano Recuperi, quello per il recupero dei rifiuti da imballaggio”.