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La differenziata domestica? Da Big Data e Internet of Things un aiuto concreto

differenziata

 

La raccolta differenziata è ormai una pratica diffusa in tutta Italia, a vari stadi di avanzamento e di implementazione, già stabilmente radicata anche nelle abitudini quotidiane dei cittadini. Ma il dovere di farla non è pari alla facilità e, a causa dell’enorme varietà degli imballaggi circolanti, i dubbi sono molti e l’esposizione a sanzioni, anche in buona fede, resta alta.

Giunko, una startup attiva in ambito economia circolare e smart city, si è chiesta come facilitare la vita degli italiani su questo aspetto particolare: la differenziata domestica. Partendo dall’esperienza personale, i fondatori si sono chiesti se fosse possibile rendere facile e certa la differenziata, anche spostandosi da un Comune all’altro per lavoro o motivi personali. Da ingegneri, si sono dati una risposta molto pragmatica: perché non far parlare gli imballaggi stessi? Non siamo forse nell’era dell’Internet of Things?

 

Ma è evidente che risultati significativi possono essere ottenuti solo grazie al coinvolgimento dei cittadini, che, nell’era delle applicazioni in mobilità, non sono disposti a perdere tempo scorrendo elenchi o ragionando sulla possibile natura di un imballaggio per compiere un’azione semplice come gettare un rifiuto in un bidone.

Così è nato Junker (www.junkerapp.it), un servizio gratuito di identificazione dei prodotti e di classificazione dei materiali di imballaggio tramite codice a barre e riconoscimento automatico dei simboli attraverso le videocamere dei dispositivi mobili. Ad oggi comprende oltre un milione di prodotti ed è l’unico esistente in Italia e in Europa, forse al mondo.

Infatti, mentre sono presenti banche dati incentrate sui prodotti ed orientate al retail, non esistono ad oggi basi di dati totalmente incentrate sulla composizione degli imballaggi.

 

 

La differenziata domestica? Da Big Data e Internet of Things un aiuto concretoUtilità dell’IoT applicata alla raccolta differenziata degli imballaggi

L’utilità di un servizio così concepito è che, attraverso il tablet o lo smartphone, mette l’utente in grado di identificare immediatamente un prodotto e, in base alla geolocalizzazione incorporata in questi dispositivi, di sapere in maniera certa e immediata il corretto bidone di smaltimento.

Il servizio, infatti, inquadrando il codice a barre o i simboli chimici (Alu, tetrapak, Cpap, etc.) di caratterizzazione dell’imballaggio presenti su tutte le etichette dei prodotti, fornisce all’utente, in tempo reale, l’informazione relativa al bidone di smaltimento proprio nel Comune in cui sta effettuando la differenziata. Per la lettura dei simboli della raccolta, in particolare, è stato sviluppato ad hoc un insieme di librerie per le piattaforme mobile che utilizzano il riconoscimento automatico attraverso videocamera per identificare i simboli di smaltimento presenti sugli imballaggi.

Ma il core del prodotto/servizio è una piattaforma informatica in cloud in grado di gestire una grande quantità di dati e guidare l’interazione dei cittadini (richieste, feedback, estrazione di statistiche).

Il sistema è concepito in modo da automatizzare il più possibile la propagazione dei dati e le informazioni sui prodotti: è sufficiente un campione di imballaggio segnalato per propagare sull’intera famiglia di prodotto. Le informazioni quindi possono essere importate in maniera massiva (ad esempio attraverso il coinvolgimento dei produttori) oppure in maniera crowd grazie al contributo degli utenti finali.

 

Riassumendo, i punti di forza dello strumento sono:

In tal modo si può affrontare con grande impatto il tema della sostenibilità ambientale e della corretta gestione dei rifiuti a livello individuale, con l’obiettivo di favorire la riduzione della quantità di quelli destinati a discariche e inceneritori a favore del riciclo delle materie prime di cui sono composti, in piena coerenza con le Direttive europee per la “circular economy”.

 

Identificazione e impatto sui target di riferimento

Chiediamoci ora quali sono le categorie di soggetti che possono validamente beneficiare dal servizio. Ne abbiamo individuate numerose:

Innanzitutto, come detto, i cittadini (Europa 202 lo definisce un impatto “sociale”): grazie all’approccio Internet of Things, la raccolta differenziata diventa per tutti un’operazione semplice, rapida e certa, agevolando la diffusione della cultura del riciclo e spingendo i cittadini a condividere le proprie conoscenze in materia per consentire a tutti di gettare ogni rifiuto nel bidone giusto in ogni luogo d’Italia. In un’ottica di lungo periodo, potrebbe anche contribuire ad indirizzare le scelte dei consumatori verso packaging più ecologici.

Poi, naturalmente, abbiamo i turisti, che attraverso tutta l’Italia possono avere un servizio di riferimento univoco su come rispettare le regole locali di smaltimento, senza dover cercare ogni volta le informazioni e senza doversi procurare una traduzione.

Di converso, avremo anche gli italiani che si recano all’estero: man mano che il servizio si diffonderà fuori dai confini nazionali, sarà possibile avere sempre con sé le informazioni necessarie, basterà semplicemente geolocalizzarsi per agganciare il database giusto e le regole di smaltimento locali.

 

Cambiando punto di vista, abbiamo i produttori di imballaggi (in questo caso l’impatto è ambientale, sociale ed economico): infatti, una crescente mole di feedback puntuali ricevuti dagli utenti possono orientarli verso tipologie di imballaggio più sostenibili e motivarli a rafforzare un servizio informativo ad hoc verso i cittadini per far conoscere meglio le soluzioni più ecosostenibili adottate nelle scelte degli imballaggi (effetto biunivoco).

L’impatto sul territorio è scontato e di tipo sia ambientale che economico: si ottiene  di aumentare le percentuali di raccolta differenziata, abbattendo le quantità di rifiuti inviate in discarica, e contestualmente si valorizzano di più le materie prime seconde per un accresciuto recupero di materiali grezzi.

I vantaggi per le amministrazioni locali fanno capo ad aspetti diversi, sia di tipo sociale che economico: i Comuni in particolare hanno modo di aprire un efficiente canale di informazione e comunicazione con il cittadino (verso cui – non dimentichiamolo – in quanto responsabili del sistema di raccolta adottato sul proprio territorio, hanno un dovere di informazione e guida che non sempre viene onorato) e contestualmente possono monitorare in tempo reale problematiche e criticità attraverso i feedback ricevuti dai propri cittadini. Non secondari, ci sono numerosi vantaggi economici che possono cogliere grazie all’aumento sia della qualità che della quantità della raccolta differenziata, come effetto di lungo periodo dall’uso di uno strumento informativo così evoluto.

Infine, i gestori della raccolta (impatto economico, sociale, ambientale) possono migliorare la comunicazione con i cittadini, portare alla luce le criticità riscontrate e dare feedback certi. A seguito dei dati ottenuti possono ottimizzare la qualità della raccolta ricevuta, particolarmente per il caso di  riciclo delle materie prime seconde.

Oltretutto, hanno minore necessità di distribuire materiale informativo tradizionale: pamphlets, libretti informativi, ecc, che non risultano comunque mai esaustivi per i cittadini. Infine, possono ottenere un guadagno di immagine.

 

Le evoluzioni future

Un servizio di informazione così sofisticato, essendo sia granulare che biunivoco nella sua struttura, è anche estensibile a piacere con servizi attinenti, e si presta a customizzazioni che lo potrebbero portare anche al di là delle sue funzioni iniziali, pur rientrando ancora pienamente nella sua mission.

Citiamo tre ambiti, tra quelli discussi in sede europea, che appaiono di più imminente esplorazione:

-COMUNICAZIONI ECO: è possibile veicolare informazioni specifiche sull’imballaggio, su procedure di smaltimento per ogni prodotto scansionato, oppure su iniziative o eventi in tema;

– REMARKETING: è possibile veicolare informazioni commerciali (sconti, promozioni, conteggio punti, etc) su ogni prodotto scansionato dall’utente. E’ naturale che un utente che sta smaltendo un imballaggio sia più propenso a ricomprare il prodotto cui è già “affezionato”, soprattutto se incentivato;

– MARKETING di prossimità: abbiamo già descritto come la geo-localizzazione venga effettuata per ogni utente (necessaria per inviargli il suo set di info di smaltimento territoriali corrette), quindi è altrettanto possibile veicolare informazioni legate alla prossimità, facendo pervenire all’utente attivo, promozioni, offerte, iniziative da cogliere nei dintorni.

 

Il servizio di informazione geolocalizzato sui materiali che abbiamo descritto è oggi in piena operatività in oltre 380 Comuni italiani, pari a una copertura di oltre 5 milioni di abitanti, ma per le caratteristiche citate, essendo fortemente incentrato sui big data e sulla partecipazione degli utenti, è destinato – in fase matura – a interessanti evoluzioni anche fuori della sua mission iniziale.

Le prime riguardano il data mining e le inferenze statistiche per analizzare abitudini, criticità, mappature geografiche e metriche, attualmente molto difficili da quantificare e su cui oggi si punta molto in ambito smart city per ottimizzare i servizi e migliorare la qualità di vita dei cittadini.

In seconda battuta, invece, il valore intrinseco del database a regime potrà consentire lo sviluppo di ulteriori applicazioni in grado di indirizzarsi a tutto il ciclo di vita dei prodotti, dalla spesa al loro smaltimento, passando per la gestione del frigo, etc.

Intanto, prosegue la sua diffusione geografica e la sua notorietà attraverso premi e riconoscimenti (recentissima l’inclusione nel Libro Bianco del Parlamento Europeo il Premio della Fondazione Sviluppo Sostenibile a Ecomondo, il Premio Sostenibilità di Autogrill a EXPO e al FORUM PA, in quanto giudicata una delle 10 app che cambieranno la Pubblica Amministrazione).

Non resta che seguirne la crescita e intanto farne l’uso più vantaggioso possibile.

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