Da più di 7 anni la casa automobilistica francese ha ingannato i consumatori e truccato i test sulle emissioni. Proprio come Volkswagen, da cui tutto il dieselgate era partito alla fine del 2015
(Rinnovabili.it) – Da più di 7 anni ha ingannato i consumatori e truccato i test sulle emissioni. Proprio come Volkswagen, da cui tutto il dieselgate era partito alla fine del 2015. Al centro del nuovo scandalo c’è Renault e un rapporto dell’Authority francese sulla concorrenza, il consumo e la repressione delle frodi (Dgccrf). Il documento – 39 pagine, scritte nel novembre 2016 – è alla base dell’inchiesta aperta contro la casa automobilistica francese. E contiene i risultati delle indagini sui motori Renault e accuse durissime: quella dei test truccati è una strategia deliberata.
«Renault ha ingannato i consumatori riguardo ai controlli effettuati e in particolare al controllo di omologazione sulle emissioni degli inquinanti […]. La società ha usato una strategia avente per obiettivo quello di falsare i risultati dei test». Questa l’accusa messa nero su bianco nel rapporto, che il quotidiano transalpino Libération pubblica oggi in prima pagina. Con tutti i dettagli del caso.
Le indagini, riassume il quotidiano, hanno portato alla luce scarti importanti tra le prestazioni di alcuni motori Renault al momento dell’omologazione in laboratorio e il loro utilizzo in condizioni reali cioè su strada. Non stiamo parlando quindi di sviste o semplici errori tecnici. Basta dare un’occhiata alle emissioni certificate dagli inquirenti. Per la Renault Captur (Euro 6) le emissioni superano del 377% la soglia consentita dalla legge, mentre la Clio IV (Euro 5) arriva al 305%.
«Questi risultati permettono di sospettare l’installazione di un dispositivo fraudolento che modifica appositamente il funzionamento del motore, al fine di ridurre le emissioni di NOx in specifiche condizioni durante i test di omologazione, affinché le emissioni rispettino i limiti di legge», conclude il rapporto. In altre parole: anche Renault ha fatto ampio uso di quei defeat device che abbiamo visto all’opera con Volkswagen. Dispositivi che abbattono artatamente le emissioni in fase di test, così che il veicolo risulti a norma. Mentre le emissioni su strada sono ben altre. E non sono coinvolti soltanto quei due modelli di auto: nel turbine del dieselgate vengono risucchiati anche i modelli Kajar e Talisman, anche se con un superamento dei limiti più basso. In tutto si calcola che i veicoli coinvolti siano circa 900mila. Renault rischierebbe una multa di 3,5 miliardi di euro.