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Dieselgate: pronto il ricorso alla Corte di Giustizia

Nei prossimi giorni la Commissione pubblicherà in Gazzetta il nuovo regolamento che sana il dieselgate. Ma 20 sindaci provano a ribaltarlo

Dieselgate pronto il ricorso alla Corte di Giustizia

 

(Rinnovabili.it) – Il tentativo estremo di costringere la Commissione europea a rivedere la nuova direttiva sulle emissioni del settore automobilistico verrà ignorata da Bruxelles. Nei prossimi giorni, infatti, nonostante una petizione che ha raccolto 125 mila adesioni sia arrivata sul tavolo di Juncker, la Commissione chiuderà il capitolo dieselgate con una sostanziale sanatoria. Il nuovo regolamento sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, grazie anche al supporto del Parlamento europeo che lo ha votato il 3 febbraio scorso. Così verranno innalzate le soglie per le emissioni nocive di ossidi di azoto. Invece di costringere le case automobilistiche ad adeguarsi alle norme, si cambiano le regole per evitare problemi di business ai colossi del settore.

Le ONG e le autorità locali che hanno promosso la petizione, hanno troppi argomenti dalla loro parte: uno di questi, che suscita parecchia indignazione, poggia su un paradosso: da una parte Bruxelles apre procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che sforano i limiti di inquinamento atmosferico nei centri urbani, dall’altra confeziona un regolamento su misura per l’industria dell’auto, che contribuisce in maniera sostanziale a incrementare lo stesso inquinamento.

 

Dieselgate pronto il ricorso alla Corte di Giustizia 2Per colpa della Commissione, in sostanza, il pubblico si trova costretto a pagare due volte: sborsa quattrini per le sanzioni europee, e ci perde in salute per l’aumento dei livelli di smog. Tutti i più grandi Stati membri devono affrontare, ad oggi, procedure di infrazione aperte dall’esecutivo comunitario per gli ossidi di azoto: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, ma anche Portogallo e Spagna.

Anche sulle polveri sottili, prodotte in gran parte dai motori diesel e dalle emissioni industriali, 16 Paesi europei su 28 sono sotto processo da parte dell’Unione.

Per questo, 20 sindaci europei hanno deciso di promuovere un ricorso davanti alla Corte di Giustizia europea (ECJ), ma devono prima attuare un passaggio burocratico. Perché la loro denuncia venga accolta dalla ECJ, queste città devono dimostrare di essere direttamente interessate come soggetto giuridico.