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Dieselgate: così la lobby dell’auto ha ottenuto la sanatoria

Ecco la strategia di pressione dell’industria dopo il dieselgate, dagli incontri segreti con i funzionari europei alle cene con gli Stati membri

Volkswagen la lobby tedesca che governa l'Ue da 20 anni 5

 

(Rinnovabili.it) – Domenica 11 gennaio 2015 un lobbista dell’Associazione europea dei produttori di automobili incontra un funzionario della Commissione europea. Durante il colloquio, ottiene delle informazioni riservate sui piani di Bruxelles per i nuovi test delle emissioni a seguito del dieselgate.

L’incontro, secondo la ONG Corporate Europe Observatory (CEO), ha permesso all’industria di ricavare notizie utili a costruire la strategia di lobbying sugli Stati membri e la Commissione europea, con il fine ultimo di indebolire i nuovi limiti per l’inquinamento generato dai motori diesel, approvati lo scorso febbraio dal Parlamento europeo. Se la riforma dei test entrerà in vigore nel 2017 e permetterà fino al 2020 di sforare i parametri di laboratorio del 110%, è anche grazie al passaggio di informazioni sensibili tra controllore e controllato.

 

Il controllore rassicura: a sanare il dieselgate ci pensiamo noi

La notizia di questo abboccamento tra Paul Greening (Direttore del settore Emissioni e Carburanti dell’ACEA) e Nikolaus Steininger (funzionario Ue della Automotive Industry Unit della Direzione Generale per l’industria e il mercato interno), è contenuta in un documento interno dell’ACEA che il Corporate Europe Observatory è riuscito a ottenere.

Gran parte della strategia di lobbying presentata nel documento si basa sulla riunione tra il lobbista e il funzionario. «Oltre a fornire un raro sguardo sulle strategie di lobbying dell’industria automobilistica – descrive la ONG – il testo dimostra che le affermazioni della Commissione sull’assenza di conflitto di interessi sono una presa in giro. I produttori di automobili e i loro gruppi di pressione sono coinvolti in tutti i momenti del processo legislativo, dai primi ragionamenti su una direttiva fino alle decisioni dei dettagli relativi alla sua attuazione».

Secondo il documento trapelato, in cui l’ACEA illustra la sua strategia di pressione, il funzionario europeo Steininger avrebbe detto al lobbista Greening che, a suo avviso, per l’industria automobilistica non era necessario scendere a compromessi. Questo significa che l’ACEA non aveva bisogno di indebolire la sua posizione negoziale per ottenere quello che voleva. Ci avrebbe pensato l’Unione a venirle incontro.

 

Noi non sappiamo chi siano, loro ci vanno a cena

Dieselgate così la lobby dell’auto ha ottenuto la sanatoria
Un estratto del documento ottenuto da Corporate Europe Observatory

I nuovi test, infatti, rispecchiano le richieste dell’associazione su molti fronti, con tutte le  scappatoie che assicurano alle emissioni prodotte in condizioni di guida reale di eccedere pesantemente quelle misurate in laboratorio. In pratica, meno di sei mesi dopo il dieselgate, è arrivata una sanatoria che libera l’industria da ogni responsabilità nei confronti dei cittadini.

Se l’ACEA ha ottenuto tutto ciò che voleva dal negoziato, è anche grazie alle pressioni sugli Stati membri. Le sue posizioni, infatti, sono state promosse anche dal Comitato tecnico per i veicoli a motore, un gruppo di esperti nominati dai governi nazionali per vagliare le proposte della Commissione. I loro nomi non sono pubblici, ma i lobbisti li conoscono bene. Hanno invitato a cena quelli che rappresentano Francia, Spagna, Italia e Regno Unito tra il 9 e il 12 marzo 2015. Una strategia che, visti i risultati, sembra aver dato i suoi frutti.