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Altra sconfitta per l’ambiente: il dieselgate ora è legale

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(Rinnovabili.it) – Hanno vinto loro, ancora una volta. In barba al dieselgate, alle morti premature di 403 mila persone l’anno e all’inquinamento atmosferico, le case automobilistiche potranno continuare a produrre motori diesel con emissioni di NOx ampiamente superiori ai limiti. La differenza è che la loro illegalità verrà sanata dalla nuova normativa europea.

È questo il risultato del voto del Parlamento europeo, che stamattina ha respinto – con 323 no, 317 sì e 61 astenuti – la richiesta di veto avanzata dalla commissione Ambiente (ENVI) per la proposta di riforma dei test delle emissioni scritta dalla Commissione europea.

 

Un testo ritenuto inaccettabile dagli ambientalisti, dai sindaci di 8 città (tra cui Milano e Napoli) e da molti eurodeputati, poiché invece di introdurre restrizioni serie è un vero e proprio regalo alle lobby dell’automotive. Non vi sarà, come si auspicava dopo lo scandalo Volkswagen, una regolamentazione più stringente che obblighi i produttori a dichiarare in fase di test le stesse emissioni di ossidi di azoto che si riscontrano in circostanze di guida reale. I nuovi motori diesel Euro 6 potranno inquinare, una volta messi su strada, fino al 110% oltre la soglia a partire dal 2017 (oggi sfiorano il 500%). Nel 2020, quando gli standard diverranno più stringenti (si fa per dire), potranno comunque eccederli del 50% senza violare la legge. Il dieselgate, in pratica, da possibile tracollo per il settore si è trasformato nella chiave di una sanatoria per tutti gli inquinatori.

 

Giovanni La Via
Giovanni La Via

Contento invece il presidente della commissione Ambiente, Giovanni La Via (PPE): finito in minoranza durante il voto in commissione, il suo partito è riuscito a evitare una seconda sconfitta in plenaria. Per giustificare il voto contrario al rigetto della riforma, il PPE si è aggrappato alla mano tesa da Bruxelles, che si è assicurata il sostegno della maggioranza promettendo di tener conto dello scetticismo di Strasburgo con l’inserimento di una clausola di revisione del piano.

«Ora abbiamo impegni chiari da parte della Commissione europea per una clausola di revisione, con un calendario preciso – esulta il presidente dell’ENVI Committee – Accolgo quindi con favore la decisione responsabile della plenaria. Abbiamo evitato incertezze, perché l’industria ha ora scadenze rigorose ma sostenibili. In Europa avremo una migliore qualità dell’aria per i nostri cittadini senza perdere posti di lavoro».

 

Nomi e cognomi

Green Italia ha pubblicato la lista degli eurodeputati italiani che hanno votato contro la risoluzione della commissione Ambiente: eccola.

 

 

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