(Rinnovabili.it) – L’associazione tedesca per la difesa dei consumatori myRight trascina Volkswagen in tribunale per lo scandalo emissioni. È la prima volta che la casa automobilistica di Wolfsburg si trova ad affrontare un procedimento legale di questo tipo in Europa dopo il dieselgate. Se i giudici daranno ragione ai 100mila proprietari di veicoli VW riuniti sotto l’ombrello di myRight, Volkswagen potrebbe essere costretta a pagare altissime somme in compensazione.
La mossa dell’associazione di consumatori arriva dopo aver guardato come si sta comportando Volkswagen oltreoceano. Negli Stati Uniti – dove il dieselgate è partito – il colosso dell’automobile ha promesso miliardi in compensazione per i veicoli diesel truccati. Ben diverso invece l’atteggiamento tenuto nei riguardi del mercato europeo: qui di compensazioni per gli oltre 8,5 milioni di auto coinvolte non ha mai voluto parlare. Al contrario, VW sta sostituendo i dispositivi truccati, che montano il software illegale al centro dello scandalo, e rifiuta di considerare la possibilità che l’operazione comporti una perdita di valore per le auto.
Se lo ammettesse, infatti, si esporrebbe a un’azione legale che avrebbe molta più probabilità di riuscire a strappare una sentenza di condanna per Volkswagen. Così, la strategia di myRight cerca di aggirare l’ostacolo. Invece di puntare su una perdita di valore, nelle 93 pagine del documento legale presentato in tribunale gli avvocati accusano VW di aver venduto veicoli con software truccati infrangendo le norme europee e, di conseguenza, chiedono che la casa automobilistica ricompri le auto al loro prezzo originale.
Se al centro del ciclone finisce ancora una volta il gruppo di Wolfsburg, va ricordato che il dieselgate tocca praticamente tutti i marchi in vendita nel continente. Un recente rapporto di Transport&Environment, organizzazione che raccoglie oltre 50 gruppi ambientalisti di tutta Europa, sostiene che praticamente nessun veicolo diesel Euro6 in commercio rispetti realmente i limiti alle emissioni. La peggiore è Audi le cui emissioni sono ben 22 volte sopra la norma. Fiat e Suzuki sono in cima alla lista con NOx 15 volte oltre i limiti, seguite da Renault-Nissan (14 volte), Opel (10 volte). D’altronde il rapporto finale della Commissione d’inchiesta UE sul dieselgate, pubblicato alla fine di dicembre, parla chiaro: i test truccati erano la prassi, non l’eccezione, e a Bruxelles tutti hanno deliberatamente ignorato gli allarmi lanciati anche 5 anni prima dello scoppio dello scandalo.