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I detriti dei porti provocano l’inquinamento barriera corallina

I detriti dei porti provocano l’inquinamento barriera corallina

 

(Rinnovabili.it) – La battaglia del WWF  contro l’inquinamento del governo australiano nella Grande Barriera Corallina si accende. L’associazione ambientalista ha denunciato l’industrializzazione “irresponsabile” che impatta sul reef con i piani di espansione dei porti del Paese. In particolare, lo scarico di detriti – fanghi e terra – prodotti durante i lavori potrebbe causare, spiega il WWF, gravi danni a quello che è considerato uno dei più importanti ecosistemi del mondo. Inoltre, le leggi ci sarebbero per evitare l’accumulo di rifiuti in mare. Le richieste di impegno politico sulle sorti della Barriera sono contenute nel rapporto “La Grande Barriera Corallina minacciata”, commissionato al Dalberg Global Development Advisors. Lo studio rivela come lo scarico di detriti potrebbe avere un impatto devastante sul patrimonio dell’umanità.

 

Il direttore generale del WWF, Marco Lambertini, ha spiegato che la Grande Barriera Corallina è uno dei più ricchi habitat oceanici del pianeta, ospita specie in via di estinzione, è una grande fonte di reddito per l’Australia e un tesoro naturale del mondo.

«Trasformare il reef in una discarica è la scelta sbagliata per l’ambiente e non ha senso economico, soprattutto perché l’espansione portuale non è necessaria», ha dichiarato. Al momento, i piani implicano il dragaggio di 51 milioni di metri cubi di fondale, il che equivarrebbe a riempire 49 volte l’Empire State Building. La maggior parte di questi rifiuti possono essere scaricati nelle acque della Grande Barriera Corallina, dove si creano chiazze di sedimenti che potrebbero spostarsi fino a 80 chilometri. Il dragaggio e il dumping rischiano di soffocare i coralli e mettere in pericolo la sopravvivenza di specie minacciate come le tartarughe marine.

Il direttore del WWF Australia, Dermot O’Gorman, cerca di calcare la mano sul valore economico del reef. Per proteggere la barriera corallina e salvaguardare l’ecosistema si potrebbero impiegare 69.000 persone, fa sapere. Questo è il motivo per cui il governo dovrebbe impedire lo scarico di detriti nella Grande Barriera Corallina. «Inoltre, si dovrebbe ridurre di dragaggio e di compiere maggiori sforzi per migliorare la qualità delle acque», conclude.

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