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Desertificazione, è allarme anche in Italia

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La desertificazione potrebbe portare allo sfollamento di circa 50 milioni di persone entro i prossimi anni

(Rinnovabili.it) – La desertificazione continua ad essere uno dei grandi temi ambientali che più mettono a rischio il nostro Pianeta. Una minaccia costante che, secondo quanto diffuso dalle Nazioni Unite, potrebbe portare allo sfollamento di circa 50 milioni di persone entro i prossimi anni. Anche per questa ragione, simbolicamente, è stata istituita una Giornata mondiale contro la desertificazione, che ogni anno cade nella giornata del 17 giugno. “Un quinto del nostro Paese è a rischio desertificazione: sicuramente il Sud Italia è particolarmente vulnerabile ma ormai anche il Centro è coinvolto. Siamo in piena emergenza”, è stato il commento del neo ministro dell’Ambiente Sergio Costa riguardo questo fenomeno.

 

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Il rapporto Global Risks pubblicato da World Economic Form classifica la crisi idrica come il rischio maggiore nel prossimo decennio per il nostro Pianeta e ha un posto tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile grande attenzione al tema dell’acqua. Proprio per questo motivo e per sensibilizzare i Paesi alle conseguenze disastrose della desertificazione che nel 1994 è stata istituita la Convenzione delle Nazioni unite contro la desertificazione (UNCCD). Si tratta dell’unico accordo internazionale legalmente vincolante in base al quale i Paesi che hanno aderito si impegnano per mitigare gli effetti della siccità. Il ministro Costa ha riportato i dati del Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici in base ai quali “entro fine secolo in Italia la temperatura potrà aumentare tra 3 e i 6 gradi: si prevede un’estremizzazione del nostro clima, con fortissime precipitazioni e periodi di aridità”.

 

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UNCCD basa la sua azione su tre pilastri: i sistemi di allarme rapido con la consapevolezza che dichiarare lo stato di siccità troppo tardi può avere un impatto devastante su vite e mezzi di sussistenza; la valutazione del rischio, quindi l’analisi di come i paesaggi e le società rispondono a una mancanza di pioggia con l’abilità di saper trasformare queste informazioni in un intervento precoce; l’applicazione di misure di mitigazione del rischio di siccità come ad esempio lo sviluppo di schemi di irrigazione sostenibili per colture e allevamenti di bestiame o acqua potrebbe stimolare il riciclo e il riutilizzo dell’acqua.

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