Il premier canadese: "Meno del 18-20% dei fondi che inviamo viene effettivamente speso in programmazione, il resto è destinato a misure burocratiche”
(Rinnovabili.it) – Duro colpo per la lotta alla desertificazione sul piano internazionale. Il Canada ha infatti deciso di tirarsi fuori dall’Unccd, ovvero la Convezione delle Nazioni Unite per combattere la degradazione delle terre in aree aride a livello di quei Paesi che soffrono di gravi siccità. Entrato in vigore nel dicembre del 1996 il trattato ha avuto da subito una storia particolarmente tortuosa, ora però l’abbandono del Canada – sfilatosi anche dal protocollo di Kyoto proprio ad unno dalla sua scadenza – costituisce un vero e proprio colpo di scena.
Il motivo? La convenzione non starebbe utilizzando in maniera appropriata i fondi inviati dalle nazioni firmatarie. Secondo quanto riferito dal premier Stephen Harper in persona, “meno del 18-20% dei fondi inviati all’Unccd viene effettivamente speso in programmazione, mentre il restante è destinato a varie misure burocratiche, non è un metodo efficace di spendere il denaro dei contribuenti”. Una denuncia forte contro l’operato dell’Onu, ribattuta aspramente in queste ore dalla stessa organizzazione internazionale che giudica “deplorevole” la decisione del governo di Ottawa. “La Convenzione è più forte che mai, il che rende la decisione del Canada risulta ancora più deprecabile”, ha commentato la segreteria UNCCD in un comunicato stampa.