(Rinnovabili.it) – Aiuti economici per fermare la deforestazione entro il 2020: il “contratto” tra Norvegia e Liberia è tutto qui. Ma non è poco: quest’ultima sarà il primo Paese africano a bloccare il taglio degli alberi sul suo territorio in cambio di una cifra che, tutto sommato, non è nemmeno molto alta. Sono bastati 150 milioni di dollari a “moralizzare” il governo liberiano, fortemente bisognoso di mettere qualche spicciolo nelle casse di uno Stato fortemente impoverito.
Le foreste della Liberia non sono estese come in altre zone del continente, ma si tratta comunque di una discreta percentuale delle foreste pluviali rimaste nell’Africa dell’ovest. Inoltre, sono un importante nucleo di biodiversità, dimora delle ultime popolazioni di scimpanzé, elefanti e leopardi.
Tuttavia dalla fine della guerra civile, nel 2003, il disboscamento illegale è proliferato. E il governo non ha fatto nulla per mettervi un freno, anzi: nel 2012 la presidentessa liberiana Ellen Johnson Sirleaf è stata duramente criticata a livello internazionale per aver fornito alle compagnie i permessi per radere al suolo il 58 per cento di tutte le foreste pluviali. L’ondata di sdegno ha dato i suoi frutti, e la maggior parte delle licenze è stata ritirata.
In “soccorso” delle foreste, ultimamente, è arrivata l’ebola. Secondo alcuni ricercatori, il taglio indiscriminato delle piante è strettamente legato alla diffusione del virus, perché mette in più stretto contatto le persone con gli ambienti in cui quest’ultimo è presente.
L’accordo fra Liberia e Norvegia, dunque, sottende molteplici obiettivi: da una parte tenta di rendere più difficoltoso il contatto con il virus dell’ebola, dall’altra dichiara di voler contribuire a una riduzione delle emissioni di CO2 nel Paese attraverso il monitoraggio e la tutela delle foreste. La Liberia, inoltre, si guarderà bene dal fornire nuove licenze fino a che un organo indipendente non abbia vagliato quelle attualmente rilasciate. Lo Stato ha anche accettato di conferire al 30 per cento delle sue foreste pluviali lo status di area protetta, sovvenzionando le comunità locali per impegnarle nella protezione dell’ambiente. Infine, la Norvegia pagherà in base ai risultati: se dopo una verifica indipendente si sarà stabilito che gli alberi sono rimasti in piedi, come pattuito, il governo nordeuropeo verserà la quota spettante a quello liberiano.