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Deforestazione: la soluzione nei corridoi salva-biodiversità

deforestazione(Rinnovabili.it) – Lo sviluppo dell’agricoltura e il taglio illegale di legname stanno progressivamente riducendo la presenza di foreste. Ad oggi sono presenti, in 75 paesi distribuiti su 3 continenti quasi 15 milioni di chilometri quadrati di foresta tropicale che riesce ad immagazzinare circa 250 miliardi di tonnellate di carbonio. Purtroppo la deforestazione tra il 2000 e il 2012 si è portata via circa 56mila km quadrati con il conseguente rilascio di quasi un miliardo di tonnellate di anidride carbonica nell’aria, che rappresenta tra il 15 e il 20 per cento delle emissioni globali.

 

Da anni ormai gli ambientalisti e i governi lottano per bloccare il fenomeno del taglio illegale del verde e per supportare questo processo è stato avviato il programma delle Nazioni Unite Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado forestale (REDD +) grazie al quale i negoziatori si sforzano di compensare le emissioni di carbonio nei paesi industrializzati e preservare le foreste nei paesi in via di sviluppo.

A questa iniziativa si aggiunge l’impegno di un team di scienziati del Woods Hole Research Center (WHRC) che vuole ottenere contemporaneamente la conservazione della biodiversità e la promozione della sostenibilità ambientale. Patrick Jantz, Scott Goetz, e Nadine Laporte combinando una serie di dati satellitari, studi sul campo e dati socioeconomici stanno tracciando una nuova strada per la conservazione degli habitat dei tropici, che ospitano la metà delle specie viventi del Pianeta. L’idea dei ricercatori consiste nel collegare le foreste esistenti alle aree dove la biosfera è perfettamente conservata attraverso veri e propri corridoi di fitta vegetazione che possano favorire la riproduzione delle specie e la loro sopravvivenza permettendo un maggiore adattamento ai cambiamenti climatici.

La mappa, creata grazie ai dati del WHRC, mostra le foreste amazzoniche del Sud America evidenziando con il colore nero i corridoi proposti dal team di ricercatori, le aree con ombreggiatura più leggera rappresentano le aree protette esistenti, mentre i colori scuri sono utilizzati per le terre che non sono protette e potenzialmente aperte per lo sviluppo.

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