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Stop alla deforestazione: 3 nazioni firmano l’obiettivo comune

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(Rinnovabili.it) – Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti si schierano dalla parte della natura firmando l’intesa che li impegna ad assegnare un totale di 280 milioni di dollari per la lotta contro i cambiamenti climatici e per una nuova iniziativa anti deforestazione. La notizia è arrivata direttamente da Varsavia, dove sta avendo luogo la COP19.

Il denaro concesso per il programma verrà gestito dal BioCarbon Fund della Banca Mondiale e servirà per finanziare un migliore utilizzo del territorio e progetti di agricoltura sostenibile. E’ infatti l’agricoltura la causa dell’80% della deforestazione oltre che la produttrice del 20% delle emissioni mondiali di gas serra. “Questo non è solo un problema ambientale. Si tratta di una questione economica. Si tratta di una questione di energia,” ha dichiarato il Segretario di Stato americano John Kerry in un video messaggio in occasione del lancio.

 

Nello specifico dell’accordo la Norvegia contribuirà all’iniziativa investendo 135 milioni di dollari, la Gran Bretagna 120 milioni e gli Stati Uniti 25 milioni nella speranza di riuscire a coinvolgere altre nazioni e aumentare il denaro a disposizione dei progetti di tutela del territorio e riforestazione.

“Le parti stanno concentrando tutte le loro energie per discutere le politiche relative a chi deve gestire il REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) quando il vero problema è la mancanza di iniziative”, ha detto Matt Leggett, responsabile della politica forestale del Global Canopy Programme.

Appresa la notizia anche il Principe Carlo ha voluto rafforzare il contributo del paese nella lotta alla deforestazione invitando le aziende a fornire dettagli più precisi relativi all’inquinamento prodotto in modo da riuscire i limitare i danni ambientali derivati dalla produzione industriale. “Sono convinto che un accordo globale sul clima nel 2015, con le disposizioni internazionali per la riduzione delle emissioni provenienti dalle foreste e i cambiamenti di uso del suolo, permetterebbe a tutto il buon lavoro fatto fino ad oggi di essere consolidato e rafforzato”.

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