Le licenze illegali alimentano la deforestazione e ingrossano il flusso delle esportazioni. E l’UE dimentica i controlli
(Rinnovabili.it) – Documenti falsi per esportare legno ricavato con la deforestazione illegale dal Brasile in diversi Paesi europei: Danimarca, Belgio, Francia, Germania, Olanda Portogallo, Spagna, Regno Unito e anche la nostra Italia. Informazioni rese pubbliche da Greenpeace con un nuovo report investigativo, intitolato “Licence to launder”. Informazioni che sono servite a denunciare anche 22 segherie 45 esportatori.
Le autorità brasiliane hanno confermato che l’azienda Santa Efigenia ha ottenuto illegalmente le concessioni per disboscare un permesso utilizzato poi per produrre documentazioni ufficiali che hanno consentito il commercio di 43 mila metri cubi di legno tropicale. Tra questi, 12 mila metri cubi di Ipè – tra i più pregiati legni tropicali brasiliani, insieme al mogano – che, una volta lavorati ed esportati, avrebbero creato un giro d’affari di circa 6 milioni di euro.
Nonostante le denunce e le prove di frode al sistema dei certificati forestali, alcuni operatori dell’Unione Europea hanno continuato ad acquistare legname dall’azienda. L’associazione ambientalista denuncia la scarsa applicazione degli importatori, che non sono interessati a identificare e mitigare il commercio illegale, anche se richiesto dalla legge comunitaria. Possono beneficiare di una grave lentezza delle indagini condotte dalle autorità degli Stati membri, che impiegano tempi biblici a scoprire trasporti navali sospetti e applicare le sanzioni.
L’Italia, in particolare, ha fatto un passo avanti per farne due indietro: dal dicembre scorso ha un decreto legge che introduce meccanismi per l’applicazione del Regolamento Europeo del Legno, ma i decreti attuativi sono rimasti in forma di bozza a prendere polvere dentro qualche cassetto.
«Le aziende che vogliono commerciare legno in Europa devono dotarsi di misure che garantiscano loro di non acquistare legno criminale, oppure cessare le importazioni da Paesi a rischio – ha detto Chiara Campione, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace Italia – Allo stesso tempo è imbarazzante il ritardo del nostro governo nell’emanazione dei decreti attuativi, nella stesura di una strategia operativa e di un piano di ispezioni per controllare il mercato italiano».
L’intenzione dell’associazione è andare a chiedere, Paese per Paese, di dotarsi degli strumenti adeguati per contrastare una deforestazione che sta portando alla scomparsa di immensi tratti di Amazzonia, con una perdita tragica di biodiversità e un contributo drastico al cambiamento climatico.