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Il peso della deforestazione sul clima è stato sottovalutato

Il contributo della deforestazione al cambiamento climatico è molto superiore rispetto a quanto stimato finora se si calcola anche il cambio di uso del suolo

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Da sola, la deforestazione vale 1,5 °C di riscaldamento globale

 

(Rinnovabili.it) – Pensiamo per un attimo di riuscire ad eliminare in tempo utile tutte le emissioni derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili. E pensiamo che nel frattempo i tassi di deforestazione globali restino costanti fino a fine secolo. Ebbene, in uno scenario del genere, dovremo attenderci comunque un aumento delle temperature medie planetarie di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.

Il calcolo, effettuato da una nuova ricerca pubblicata su Environmental Research Letters, serve a mostrare alla comunità scientifica e ai decisori politici che è necessario ed urgente prestare attenzione non solo alle misure per il taglio delle emissioni, ma anche alle politiche sul cambiamento di uso del suolo. Gli effetti della deforestazione sul riscaldamento globale, infatti, non sono trascurabili.

 

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Mentre l’anidride carbonica raccolta dagli alberi viene rilasciata durante il taglio e gli incendi previsti dalle pratiche di disboscamento più rozze e diffuse, altri gas serra come ossido di azoto e metano vengono emessi dopo che i deforestazioneterreni sono stati convertiti per scopi agricoli o per altri usi umani. Tali sostanze contribuiscono a intrappolare l’energia solare in atmosfera, contribuendo alla forzatura radiativa, cioè ad alterare il bilancio energetico Terra-atmosfera causando un aumento delle temperature.

Anche se solo il 20% dell’incremento della CO2 antropica dai cambi d’uso del suolo, tale quota aumenta al 40% se si considera il contributo di ossido di azoto e metano. Mentre l’agricoltura si espande nelle aree tropicali e aumentano le pressioni per convertire le foreste in piantagioni, Natalie M. Mahowald, autrice principale del paper e direttrice dell’Atkinson Center for a Sustainable Future, sottolinea l’importanza di adottare una scala temporale più ampia per valutare l’impatto che queste pratiche hanno sul clima.

«Quando pensiamo al cambiamento climatico, non possiamo fermarci alla fine del secolo – ha dichiarato Mahowald – Le conseguenze, infatti, si protrarranno per un altro paio di secoli».