La COP 21 si apre con la brutta figura del Brasile, che vede crescere la deforestazione in Amazzonia a causa della soia OGM e dell’allevamento intensivo
(Rinnovabili.it) – L’agonia dell’Amazzonia non conosce tregua. La foresta pluviale più grande del mondo, nel 2015, ha visto una crescita del tasso di deforestazione del 16% rispetto al 2014, in barba ai tentativi e alle dichiarazioni del governo di voler mettere un freno almeno alla quota illegale di questo fenomeno devastante per l’ecosistema planetario. Secondo i dati satellitari pubblicati ieri, che coprono i 12 mesi dal luglio 2014 al luglio di quest’anno, è stata fatta piazza pulita di 5.831 chilometri quadrati di foresta, un’area ben più vasta del Molise.
Oltre ad essere un gigantesco pozzo naturale di stoccaggio del carbonio, l’Amazzonia è un santuario di biodiversità in cui vivono una miriade di specie animali e vegetali. Il governo lancia spesso operazioni di polizia per combattere taglialegna illegali, ma secondo gli ambientalisti non è abbastanza.
Nonostante il salto in avanti di quest’anno, la superficie disboscata è comunque ancora sotto le medie del passato: da quando il Paese monitora il fenomeno – cioè dal 2004 – è riuscito a ridurre l’area interessata dai 30 mila di foresta eradicati 10 anni fa ai quasi 6 mila del 2015. Si tratta in ogni caso di un problema scomodo e senza soluzioni radicali all’orizzonte.