Il Cerrado brasiliano è il nuovo hotspot della deforestazione tropicale per far posto all’agricoltura. Ma senza quegli alberi piove la metà
(Rinnovabili.it) – Il Cerrado brasiliano è il nuovo hotspot della deforestazione tropicale, che le imprese agricole stanno portando avanti senza curarsi degli effetti devastanti che questa pratica riversa sull’ecosistema e sul loro stesso business. Il Cerrado è una grande savana tropicale, caratterizzata per la grande varietà di fauna e flora. Ma le foreste e le valli di questa ecoregione immensa, seconda per estensione soltanto all’Amazzonia, vengono sempre più sconvolte dall’arrivo dei taglialegna.
Questo cambio di destinazione d’uso del terreno, secondo uno studio pubblicato su Global Change Biology, sta impedendo il riciclo dell’acqua, con conseguenze potenzialmente gravissime sul clima di tutta la regione.
I ricercatori di University of Vermont, Brown University e Woods Hole Research Center hanno scoperto che i terreni agricoli sono raddoppiati – da 1,3 milioni di ettari nel 2003 a 2,5 milioni di ettari nel 2013 – all’interno dell’area di studio, che copre 45 milioni di ettari. Un’espansione quasi totalmente a scapito della vegetazione nativa del Cerrado.
I ricercatori hanno utilizzato dati satellitari per produrre stime della quantità d’acqua che dal suolo e dalle piante viene riciclata in atmosfera. Nella stagione di crescita delle colture, i terreni agricoli riciclano all’incirca la stessa quantità di acqua rispetto alla vegetazione nativa precedentemente eradicata. Tuttavia, durante la stagione secca, la capacità è del 60% più bassa.
Se continua l’espansione agricola promossa dal governo del Brasile, le grandi piogge potrebbero diminuire o arrivare più tardi, dicono i ricercatori. E sarebbe un problema molto grave, dal momento che i primi effetti si avrebbero proprio sulle colture.
«Se l’agricoltura cresce – conferma Stephanie Spera della Brown University, prima autrice dello studio – potrebbe influenzare il regime delle piogge che supporta sia la vegetazione naturale che la produzione agricola. Non solo nel Cerrado, ma anche in Amazzonia».
Infatti, i venti dominanti (caratterizzati da velocità più elevate) spostano masse d’aria dal Cerrado verso l’Amazzonia, ad ovest, e la loro umidità contribuisce alle precipitazioni. La metà delle piogge amazzoniche viene da acqua riciclata: una diminuzione dell’umidità in quelle masse d’aria per colpa della deforestazione, potrebbe causare un calo delle precipitazioni anche sulla foresta più grande del mondo.