Nei piani dell'UE, il "potere dei dati" può essere impiegato per ridurre le emissioni in settori come l’economia, i trasporti e l’energia. I sistemi digitali, infatti, possono supportare i processi di monitoraggio, aumentando l'efficienza energetica e puntando su un uso più razionale delle fonti e delle risorse.
In un documento diffuso da Euroactiv, la Commissione Europea rivela i suoi progetti per la decarbonizzazione digitale
(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea sta lavorando ad un piano di decarbonizzazione digitale attraverso cui poter impiegare tecnologie e soluzioni digitali come strumenti per ridurre le emissioni in settori come l’economia, i trasporti e l’energia. Nello specifico, come si legge nel documento visionato da Euroactiv, le tecnologie digitali possono supportare le politiche ambientali attraverso il “potere dei dati”, le cui potenziali aree di applicazione comprendono il ciclo dei rifiuti, il trasporto digitale, i sistemi energetici decentralizzati e le comunità energetiche.
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Nei piani della Commissione, i sistemi digitali possono aiutare i processi di monitoraggio per comprendere quando e dove l’elettricità è maggiormente necessaria, aumentando così l’efficienza energetica e facendo un uso più razionale delle fonti e delle risorse, ad esempio nel settore dell’edilizia. Ma non solo, perché la decarbonizzazione digitale si può applicare anche ai settori produttivi e industriali, in cui i prodotti possono essere digitalizzati e trasformati in servizi per ridurre la formazione di rifiuti. “Ad esempio”, si legge nel documento, “anziché vendere lampadine, un’azienda potrebbe vendere un abbonamento che garantisca l’elettricità ad un edificio”. Per quanto riguarda i trasporti, invece, la Commissione propone di istituire corridoi 5G per la mobilità automatizzata da implementare nel 2021-2027, nonché un “supporto pilota per corridoi ferroviari 5G” nel 2021-2023.
Le grandi novità della decarbonizzazione digitale arriveranno anche nel settore dell’ITC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione). La Commissione stima che il settore utilizzi tra il 5-9% del consumo totale di elettricità del mondo ed sia responsabile di oltre il 2% di tutte le emissioni. “I datacenter e le telecomunicazioni dovranno diventare più efficienti dal punto di vista energetico, utilizzare più fonti di energia rinnovabile e diventare carbon neutral entro il 2030”, si legge.
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I rifiuti elettronici sono un’altra fonte di preoccupazione. Con 12 milioni di tonnellate all’anno, i RAEE “sono la tipologia di rifiuti in più rapida crescita in Europa”, secondo la Commissione. Allo stesso tempo, sono anche una risorsa perché contengono quantità significative di metalli preziosi, che potrebbero essere riciclati. “Ricicliamo solo il 35% dei rifiuti elettronici e si perde molto valore quando un dispositivo non può essere riparato, quando una batteria non può essere sostituita o quando il software non è più supportato”, si legge nel documento.
Un altro promettente campo di applicazione della decarbonizzazione digitale è la modellazione della terra. Con i dati dei sensori e dei satelliti, l’UE potrebbe “migliorare radicalmente” le strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, nonché le capacità di gestione delle crisi, afferma il documento. Inondazioni, siccità, ondate di calore e altri eventi estremi legati al clima, infatti, hanno causato perdite economiche di 453 miliardi di euro tra il 1980 e il 2017, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente. Perdite dovute soprattutto ad una scarsa gestione dei processi di mitigazione.
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Per migliorare la risposta e la prevenzione alle catastrofi, la Commissione propone di lanciare l’iniziativa Mission Earth, che riunisca le migliori competenze scientifiche e industriali al fine di migliorare la modellistica terrestre. L’obiettivo della missione sarà quello di sviluppare un “gemello digitale della Terra” che “migliorerebbe radicalmente le capacità di previsione e gestione delle crisi”.