I punti innovativi dell’intesa per il rinnovo dell’accordo con l’ANCI. Il valore della raccolta e riciclo dei rifiuti nei Comuni italiani come elemento di crescita della reputazione nei ranking internazionali. I progetti e le sfide che Roberto De Santis, presidente uscente del CONAI, ha raccolto e condotto in porto negli anni del suo mandato, nell’intervista a Rinnovabili.it
Presidente, nei giorni scorsi il CONAI ha raggiunto l’intesa con l’ANCI per la sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro per il quinquennio 1 aprile 2014 – 31 marzo 2019. Quali sono le novità più a salienti? Qual è la platea di Comuni che copre oggi l’accordo?
L’accordo regola l’entità dei corrispettivi da riconoscere ai Comuni convenzionati per i “maggiori oneri” della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio, introduce una maggiore indicizzazione annuale dei corrispettivi, rafforzando il sostegno alle amministrazioni locali e incrementa l’impegno finanziario annuo del CONAI per le iniziative sul territorio di sviluppo quali – quantitativo della raccolta differenziata. Inoltre, negli Allegati Tecnici – relativi alle filiere dell’alluminio, dell’acciaio, della carta, del legno e del vetro – sono state introdotte una serie di specifiche tecniche relative ai controlli in piattaforma sia sul materiale conferito, sia riguardo al monitoraggio dei flussi, con una finalità: migliorare il funzionamento complessivo, sia per l’attività di raccolta, sia per quella di avvio a riciclo dei materiali conferiti. Quanto alla platea dei Comuni al centro di convenzioni, sono oltre 7 mila quelli che conferiscono la plastica, oltre 6 mila quelli che conferiscono il vetro, mentre per carta, acciaio e alluminio siamo a oltre 5 mila. I Comuni in convenzione per il conferimento del legno sono invece appena al di sotto dei 5 mila.
In sostanza, il CONAI, in cambio di limiti qualitativi ancor più stringenti contenuti negli Allegati Tecnici, è in grado di assicurare incrementi significativi dei corrispettivi unitari? A quanto ammonta l’incremento dell’impegno finanziario del CONAI?
Il nuovo accordo incentiva la qualità dei materiali conferiti, senza tuttavia introdurre limiti qualitativi più stringenti. Ciò è stato possibile prevedendo, per alcune filiere, una segmentazione delle fasce di qualità più alte destinando corrispettivi maggiori per le raccolte di eccellenza. Certamente auspichiamo che la qualità dei materiali conferiti continui a crescere, agevolando le attività di avvio a riciclo in capo ai Consorzi di Filiera e ripagando così lo sforzo profuso nell’incremento dei corrispettivi unitari, che mediamente crescono tra il 16% e il 17%. Si tenga presente che l’ammontare complessivo dei corrispettivi riconosciuti ai Comuni nel 2013 è stato di circa 350 milioni di euro. Riteniamo che, al netto dell’aumento dei volumi che comporteranno ipso facto un ulteriore incremento, questa cifra nel 2014 possa approssimarsi ai 400 milioni per l’effetto dell’aumento dei corrispettivi unitari. Sottolineo che questa stima comprende anche l’incremento del corrispettivo per gli imballaggi in plastica, il cui allegato è stato prorogato ma per il quale c’è già l’accordo sull’incremento del montante complessivo dei corrispettivi.
Presidente, in merito ai rifiuti di imballaggio in plastica, l’attuale allegato tecnico è stato prorogato fino al 30 giugno 2014 per dar modo alle parti, come avete precisato, “di chiudere la trattativa anche per questo allegato per le sole modalità di calcolo dei corrispettivi”. Significa che avete iniziato a discutere della diversificazione dei contributi ambientali per la plastica? Qual è la situazione del riciclo della plastica?
Nel 2013 la plastica ha avuto dai COMUNI conferimenti (volumi di plastica conferiti) in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente, con un lato positivo dal punto di vista dell’interesse pubblico, perché è cresciuto sia il Nord che il Sud. I conferimenti di plastica dalle regioni meridionali sono cresciuti quasi del 20%, e questo è un buon segno per quanto per il Consorzio della plastica significa pagare molti soldi in più ai Comuni, per via dei conferimenti elevati.
In merito alla proroga dell’allegato tecnico voglio chiarire che essa si è resa necessaria per condividere le modalità di calcolo dei corrispettivi unitari da riconoscere ai convenzionati in funzione dei quantitativi di materiale conferiti. La definizione dei contributi ambientali è invece un tema di stretta pertinenza del CONAI, che quindi non viene trattato nell’ambito del confronto per la definizione dell’allegato tecnico. In merito alla diversificazione del contributo per gli imballaggi in plastica confermo peraltro che abbiamo iniziato a discuterne internamente a CONAI al fine di valutare ogni conseguenza e individuare le soluzioni più opportune.
Fatta 100 la capacità italiana di raccolta e riciclo dei rifiuti, qual è la componente dell’azione del CONAI, come capofila dei consorzi di filiera, quale quella per la componente restante?
Stimiamo che circa il 45% degli imballaggi siano riciclati per effetto dell’azione del sistema CONAI. Ciò non significa tuttavia che viene riciclato il 50% da raccolta differenziata urbana, perché alcuni consorzi di filiera si occupano anche di rifiuti industriali e commerciali. Per fare un esempio: il CONAI ha l’accordo con l’Associazione dei Comuni Italiani. Il Comune sa che se ci conferisce i rifiuti secondo alcune quantità, riceve dal sistema CONAI dei corrispettivi. Ove il Comune ritenesse che per alcuni materiali è preferibile rivolgersi al mercato, può uscire dall’accordo con CONAI. E’ quello che si è verificato nel corso degli ultimi due anni, per la carta. Il macero della carta in questo periodo ha avuto eccellenti quotazioni. Alcuni comuni hanno ritenuto fosse più utile uscire dalle convenzioni con il consorzio della carta – il COMIECO – e collocare sul mercato i loro rifiuti. Per cui, anche se quei dati specifici non sono frutto della convenzione con il sistema CONAI, si tratta lo stesso di raccolta e riciclo dei rifiuti urbani. Viceversa, il consorzio del legno si occupa prevalentemente di pallets, che non sono rifiuti urbani, quindi non c’è coincidenza fra sistema consortile e rifiuti urbani.
E la termovalorizzazione?
E’ un problema che impatta, relativamente ai comuni, da un altro punto di vista. Rispetto alla plastica che viene complessivamente conferita al Consorzio, circa il 60% è avviata al riciclo, il 40% residuo viene invece termovalorizzato. La frontiera tra il riciclo e il recupero energetico, ovvero la linea sottile fra le due posizioni “riciclare il più possibile” – in testa alla gerarchia europea – e “mandare a termovalorizzazione”, non è una frontiera fissa. E’ una frontiera determinata sia da vincoli di tipo economico, sia spesso da vincoli tecnologici: la plastica non è come l’acciaio o l’alluminio che si possono riciclare infinite volte e soprattutto è composta da svariati polimeri diversi, con processi di riciclo spesso non compatibili tra loro. A questo scopo sono nati anche i progetti di ricerca del CONAI in partnership con Istituzioni scientifiche, per ridurre la termovalorizzazione. Se noi facciamo il confronto con i paesi cosiddetti civili del Nord Europa, in Italia abbiamo percentuali di riciclo analoghe , ma loro evitano la discarica bruciando i rifiuti.
Presidente, la filosofia del Sistema CONAI sembra avere dato frutti importanti, anche sotto il profilo della crescita di reputazione delle città. Presentando un progetto culturale – il Milano Design Film Festival 2014 – in occasione degli eventi per EXPO 2015, l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, ha ricordato come la città, seconda a Vienna, in Europa, per la raccolta differenziata, sia cresciuta nel ranking di reputazione all’estero per la cultura e la capacità di essere accogliente e innovativa. La raccolta differenziata è un valore a livello internazionale…..
Il CONAI è profondamente convinto che la raccolta differenziata rappresenti un valore anche per la crescita della reputazione delle città. Milano, nel 1995, ha fatto da involontario precursore del decreto Ronchi. Dopo l’emergenza, causata dall’improvvisa chiusura della discarica di Cerro Maggiore, e la città assediata da 20 mila tonnellate di spazzatura, nell’arco di due mesi i milanesi riuscirono a superare il traguardo del 20% di raccolta differenziata, arrivando al 32% nel 1996. Nel 1997 il Financial Times, titolò “Milan shows the way” in tema di rifiuti.
Con questa filosofia il CONAI ha promosso e promuove iniziative di impatto culturale e di tutela del patrimonio, come il progetto realizzato con Pompei, circa due anni fa?
Il progetto con Pompei rientra in questo approccio. Fu promosso per due motivi: perché riteniamo che per il CONAI, che è un’organizzazione istituzionale, istituita per legge, corrisponda a un dovere civico impegnarsi in azioni volte a recuperare il valore storico di luoghi di particolare bellezza e suggestione del nostro patrimonio paesaggistico e culturale. Poi, perché c’è anche un ritorno di immagine, che per Pompei è significativo, quello che chiamiamo ranking di reputazione. A suo tempo, con il dicastero dell’Ambiente guidato dal ministro Clini, che condivise il progetto, insieme alla Sovrintendenza, al Ministero dei Beni Culturali e a tutte le autorità locali campane, decidemmo di “fare ordine”, dal punto di vista dei rifiuti, anche per un sito come Pompei. Lo scopo era quello sia di ridurre i rifiuti dei visitatori, sia di raccoglierli in maniera differenziata, con cartelli realizzati in varie lingue. Il CONAI fece il progetto e regalò tutte le apparecchiature e le istruzioni. Il risultato è stato ottimo, con ampi riconoscimenti da parte delle autorità e dal Governo nazionale.
Presidente, ma qual è complessivamente la situazione in Italia?
L’efficacia e l’efficienza del sistema di raccolta e riciclo dei rifiuti sono legati all’efficacia-efficienza di ogni anello della catena – ovvero consumatori, gestori della raccolta, soggetti che selezionano, consorzi e riciclatori -. Bisogna dare atto che il sistema – non soltanto il sistema CONAI – ha funzionato, anche se ci sono luci e ombre, come accade per alcune zone del Nord o del Sud Italia. Le performances di alcune aziende municipalizzate sono qualitativamente eccellenti, e ci sono alcune regioni che superano gli standard europei, come ad esempio alcune regioni del Nord – Est e la Sardegna, che è in testa alla raccolta differenziata. Anche il Veneto è in testa alla raccolta e al riciclo, ma ad esempio la Liguria è molto indietro. In Campania, Napoli fa poca raccolta differenziata, ma la regione, al netto del capoluogo, è quella in cui al Sud, subito dopo la Sardegna, è cresciuta maggiormente la differenziata. Le altre quattro province, fra cui Salerno, dove il CONAI è stato determinante, sono andate molto bene. In sintesi, la situazione in Italia è molto a macchia di leopardo, con difficoltà obbiettive in alcune zone. E’ in preparazione un accordo con Palermo. A Cosenza stanno lavorando molto bene e il CONAI sta partecipando con la massima collaborazione. Sono processi che alla base hanno bisogno di molta comunicazione e diffusione di informazioni.
Un altro progetto del CONAI è la comunicazione multilingue per i turisti
E’ un progetto di cui ci siamo occupati nelle grandi aree turistiche, nelle città che specie in alcuni periodi dell’anno, per effetto della grande affluenza di visitatori, vedono moltiplicarsi il numero delle presenze, come ad esempio accade a Rimini. In alcuni casi, come in Liguria, abbiamo sviluppato delle App che aiutano a fare la raccolta e, per La Spezia una App, legata a Google maps, che indica dove sono posizionati i cassonetti.