Da Klosterneuburg (nord di Vienna) fino a Schwechat (sud), una macchia di petrolio si estende sul Danubio provocando la chiusura dei pozzi di acqua potabile presenti lunghe le coste del fiume. Non è ancora chiara la fonte dell'inquinamento.
Una striscia di petrolio lunga 30 km minaccia il Danubio e la città di Vienna.
(Rinnovabili.it) – A Vienna, a valle del ponte Reichsbrücke che collega i distretti di Leopoldstadt e Donaustadt, una sostanza grigiastra galleggia sulla superficie del Danubio, rilasciando un forte odore di gasolio. Proprio questo indizio, del tutto inequivocabile, ha allertato ieri mattina la polizia austriaca che si è affrettata a diramare l’allarme ambientale.
Quella del ponte Reichsbrücke è solo la parte centrale del percorso di 30 km tracciato da una striscia di petrolio che corre sulle acque del Danubio da Klosterneuburg (nord di Vienna) fino a Schwechat (sud), e che ha costretto alla chiusura di tutti i pozzi di acqua potabile lungo le coste del fiume da parte dell’Autorità di protezione delle acque, mettendo in blocco anche il sistema di equalizzazione delle acque sotterranee. Per tenere il panico sotto controllo, l’Autorità si è affrettata dichiarare alla testata Standard che si tratta di “misure di routine che vengono avviate al minimo pericolo“.
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Gli esperti stimano che alcune centinaia di litri di petrolio siano confluiti nel Danubio e, poiché il flusso del fiume è attualmente basso e non c’è vento, il diesel si sia diffuso principalmente sulla superficie, rendendosi facilmente visibile dalla riva o dai ponti. Per questa ragione, i vigili del fuoco hanno usato barriere anti-petrolio, tubi galleggianti composti da un materiale in grado di legarsi con il carburante. Nel tardo pomeriggio di ieri le barriere sono state rimosse e, stando alle prime stime, non si prevedono danni per il Parco Nazionale Donau-Auen, che si estende da Vienna fino a raggiungere il confine con la Slovacchia.
Il problema, però, è trovare la fonte di inquinamento, ricerca che potrebbe richiedere del tempo. Secondo le dichiarazioni ufficiali, è probabile che il carburante abbia raggiunto il Danubio nella Bassa Austria. Le autorità stanno attualmente esaminando i registri del transponder, utilizzati per identificare le navi che solcano le acque del fiume. Alcuni addetti ai lavori, infatti, sospettano che qualche imbarcazione possa aver drenato illegalmente l’acqua di sentina (la parte dello scafo in cui si raccolgono i vari scoli, principalmente residui di gasolio, e le infiltrazioni d’acqua).
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