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Rapporto ISPRA sul Danno Ambientale: 30 ferite aperte per l’Italia

L'Istituto presenta alla Camera dei Deputati, il primo Rapporto sul Danno ambientale. Le aree più a rischio sono le acque sotterranee, i laghi e i fiumi

danno ambientale
Foto di Isabelle Blanchemain da Pixabay

 

Danno ambientale: Italia prima in Europa per numero di segnalazioni

(Rinnovabili.it) – L’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha presentato oggi alla Camera dei Deputati il primo Rapporto sul Danno ambientale (2017-2018).

Il documento accerta gravi danni in 30 aree del Paese: ad essere interessate sono soprattutto le acque sotterranee (32%), i laghi e i fiumi (23%), i terreni (19%), l’atmosfera e l’assetto morfologico (13%). Le attività che potenzialmente possono portare a danno ambientale sono risultate essere soprattutto quelle svolte dagli impianti di depurazione e di gestione dei rifiuti, dai cantieri edili e di realizzazione delle infrastrutture e dagli impianti industriali. Dei 30 casi in cui è stato accertato un grave danno o minaccia ambientale, 22 hanno portato all’apertura di procedimenti giudiziari (penali e civili) e 8 extra-giudiziari. In 10 di questi  – spiega l’ISPRA fornendo le informazioni su località, danni provocati all’ambiente circostante, lavori di riparazione da eseguire e, laddove disponibili, i costi dell’operazione – il Ministero dell’ambiente si è già costituito parte civile o ha attivato il relativo iter.

 

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Nel dettaglio, i 10 casi di cui sopra fanno riferimento alle discariche di Chiaiano e Casal di Principe in Campania, a quelle di Malagrotta e Anagni nel Lazio, a quella di Bellolampo in Sicilia, alle emissioni della Tirreno Power a Vado Ligure e Quiliano e all’interramento di fanghi e degli scarti di lavorazione a Rende, in provincia di Cosenza.

In generale, i casi segnalati all’Istituto dal Ministero dell’ambiente nel biennio 2017-2018 sono stati 200, con l’avvio di 161 attività istruttorie di valutazione del danno ambientale (verifiche operate sul territorio da SNPA): con 29 istruttorie aperte, la Sicilia svetta come prima regione in Italia, seguita da Campania (20), Lombardia (14) e Puglia (13).

 

A dare una definizione comune di danno ambientale in Europa – ricorda l’ISPRA – è intervenuta la direttiva europea del 2004 (2004/35/CE) che ha introdotto una disciplina unica in tema di responsabilità e riparazione. L’Italia ha pienamente introdotto nella propria normativa il principio di danno ambientale e ad oggi risulta essere il paese che dichiara più casi in Europa. Restano, tuttavia, da affrontare alcuni importanti temi, come ad esempio stabilire i criteri per definire la procedura amministrativa, la copertura assicurativa del danno, i criteri di accertamento e quelli di riparazione.