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Inquinamento: una mappa mostra i danni dello smog sulla salute

i danni dello smog sulla salute

i danni dello smog sulla salute

 

(Rinnovabili.it) – Quali sono i danni dello smog sulla salute umana? Quanto incidono sulle aspettative di vita fattori come ozono, particolato e ossidi di azoto? Quale fascia della popolazione è più vulnerabile agli effetti dell’inquinamento atmosferico? Ottenere queste risposte è essenziale ai fini di una strategia di intervento capillare, soprattutto in un paese come l’Italia dove l’aria inquinata provoca ogni anno circa 85mila morti premature, il numero più alto di decessi in Europa.

La ricerca italiana ci viene in aiuto con diversi strumenti, a cominciare dal nuovo sistema di previsione oraria dell’inquinamento atmosferico, messo a punto dall’Enea. Come spiega Gabriele Zanini, responsabile della divisione ENEA Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali, lo strumento permette di elaborare previsioni a 3-5 giorni con un dettaglio territoriale di 4×4 km, un livello mai raggiunto prima su scala nazionale. In altre parole si può focalizzare la lente anche sui piccoli comuni, permettendo di conoscere la qualità della loro aria e “affrontare in modo efficace e tempestivo l’emergenza smog”.

 

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Il lavoro più arduo è in mano al supercomputer ‘CRESCO4’, la più potente infrastruttura di calcolo dell’agenzia, capace di simulare le condizioni atmosferiche e le trasformazioni chimiche degli inquinanti con una precisione unica. “In particolare – commenta Zanini – il sistema consente di individuare in anticipo l’insorgere e la durata di fenomeni di inquinamento acuto potenzialmente pericolosi soprattutto per le fasce vulnerabili della popolazione, come bambini, anziani e persone affette da malattie cardiache e respiratorie”.

 

La mappa italiana dei danni dello smog sulla salute

Il sistema previsionale supporta un altro strumento firmato Enea. Parliamo della mappa italiana dedicata ai danni dello smog sulla salute, ossia la prima banca dati italiana in grado di fornire informazioni sulla mortalità per età, sesso e patologia anche a livello di singolo comune. Un vero e proprio ‘motore di ricerca’, che permette di analizzare il territorio italiano in base alla mortalità e di pianificare azioni di prevenzione e interventi strategici anti-inquinamento.

“In termini di mesi di vita persi – spiega Carmela Marino, responsabile della divisione ENEA Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute dell’uomo – i nostri studi hanno rilevato che l’inquinamento accorcia la vita di ciascun italiano di 10 mesi in media: 14 per chi vive al nord, 6,6 al centro e 5,7 al sud e nelle isole. Ma i valori di mortalità più elevati al settentrione vanno letti alla luce della maggiore disponibilità di dati rispetto al resto d’Italia”.

 

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I contaminanti oggetto di studio – il particolato atmosferico, soprattutto la sua frazione fine, il PM2,5, il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3) – sono associati a effetti quali l’aumento di sintomi respiratori, l’aggravamento di patologie croniche cardiorespiratorie, il tumore polmonare, l’aumento della mortalità e la riduzione delle aspettative di vita. Solo nel 2005, sono risultati attribuibili all’esposizione della popolazione al PM2.5 ben 34.552 decessi (il 7% della mortalità per cause naturali osservata in Italia), su 527.193 complessivi, su una popolazione al di sopra dei 30 anni stimata in 40.077.488 individui. Di questi, il 65% (pari a 22.485 decessi) sono stati stimati tra i residenti del Nord. Il tasso di mortalità più alto si è avuto in Lombardia: 164 ogni 100.000 residenti.

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