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Mare Artico: DAMOCLES ne studia temperatura e salinità

Un progetto europeo sta monitorando le acque e i ghiacci dell'Artico e del subartico al fine di scongiurarne lo scioglimento, previsto per il prossimo decennio nel caso in cui non si intervenisse repentinamente

Progetto DAMOCLES(Rinnovabili.it) – Per l’Artico quella del 2060 sarebbe dovuta essere la prima estate senza ghiacci ma previsioni climatiche poco incoraggianti temono che l’aumento della temperatura globale possa danneggiare a tal punto il pianeta da eliminare totalmente il ghiaccio già entro il prossimo decennio. Se ciò dovesse accadere i danni sarebbero inestimabili per flora e fauna locali e sconcertanti squilibri a livello mondiale. Ma quello che spaventa di più è la smentita giunta da un gruppo di ricercatori, che temono i ghiacci possano fondersi già entro il decennio prossimo.

 

Il verificarsi di questo fenomeno potrebbe avere delle conseguenze determinanti per il nostro clima. Per cambiare il destino del pianeta servono però i giusti mezzi e progetti da portate a termine in breve tempo che diano risultati immediati. Per questa ragione è stato organizzato il progetto DAMOCLES (‘Developing Arctic Modelling and Observing Capabilities for Long-term Environmental Studies‘) nato con l’obiettivo di capire al meglio di che genere ed entità siano i cambiamenti che attualmente stanno interessando i mari ghiacciati, l’atmosfera e l’oceano della regione artica e subartica visto che mentre gli altri oceani sono costantemente monitorati con apposita strumentazione l’Artico non è mai stato oggetto di studi continuativi paragonabili. Con DAMOCLES, che riunisce 48 istituti di ricerca oltre ad esperti provenienti da Stati Uniti, Russia, Canada e Giappone, si cercherà quindi di capire e affrontare le sfide climatico cui l’Artico è sottoposto coinvolgendo rompighiaccio, aerei e registrazioni satellitari oltre a strumenti in grado di scendere al di sotto della superficie marina ghiacciata e registrare le informazioni necessarie.

Il team sta inoltre ancorando delle boe alla deriva per la misurazione della temperatura e della salinità delle acque. I dati registrati saranno poi inviati ai satelliti per l’elaborazione.